UNA FAMIGLIA DISTRUTTA
Marina, l’ultima telefonata: «Sono fiera di Ludovica» / VIDEO
Lei insegnante di italiano allo Scientifico da Vinci di Pescara, lui dirigente alla Brioni E Ludovica, 10 anni, con l’amore per la danza e il canto. Frequentava la 5ª elementare
PESCARA. «L’ho sentita questa mattina alle 10,38, ho parlato con Marina un bel po’, sono sconvolta, non riesco a crederci». Al telefono con il Centro parla una delle migliori amiche di Marina Angrilli, l’insegnante di 51 anni di Pescara che intorno a mezzogiorno di ieri è precipitata dal terzo piano di un appartamento di Chieti Scalo.
Primo capitolo della tragica domenica che si è conclusa con la morte della figlia Ludovica, di dieci anni, e del marito Fausto Filippone, 49 anni di Chieti, dirigente della Brioni. Morti anche loro dopo il gesto disperato dell’uomo che prima ha lanciato la figlia dal viadotto dell’A14 e poi, dopo sette ore di trattative con i soccorritori, aggrappato alla ringhiera, si è buttato giù anche lui. «Una persona squisita, tranquillissima», dice chi ha lavorato con lui in Brioni e ci ha parlato fino a venerdì, «sempre con il sorriso sulle labbra, veramente da non credere. Non riusciamo a capire davvero che cosa sia successo». Laureato alla Ca’ Foscari di Venezia, Filippone era molto stimato nell’azienda di moda dove era il referente principale della divisione Ordini Brioni e da tutti coloro, amici e colleghi con cui aveva legami anche a Pescara. E a Pescara abitava con la moglie Marina, in via Punta Penna, al confine con Villa Raspa di Spoltore, la zona dove da sempre ha abitato Marina con la sua famiglia di origine. È da lì che ieri mattina sono usciti in tre, madre, padre e figlioletta, quinta elementare nella scuola di via del Concilio, a Pescara.
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«Stamattina (ieri ndr) Marina mi ha parlato per tutto il tempo di Ludovica», riprende straziata l’amica, «raccontandomi del concorso canoro a Caramanico a cui aveva partecipato venerdì con la scuola. Mi ha detto che era fiera di Ludovica, che aveva cantato benissimo, ma soprattutto perché aveva vissuto la gara in maniera sportiva, senza competizione, tanto che subito dopo l’esibizione era andata a giocare con gli amici. Sono fiera di lei, mi ha ripetuto Marina, ha cantato bene, con qualche esitazione, ma si è ricordata tutte le parole». La canzone era Controvento, di Arisa, «Acqua sarò, che spegnerà un momento, accanto a te, viaggiando controventovento», canta Ludovica nel video che la ritrae con la maglietta bianca e i leggins neri, timida e determinata. Scuola materna al Ravasco ed elementari in via del Concilio, dove frequentava la quinta, la classe con cui aveva partecipato anche al progetto di musica che l’ha portata a Caramanico, e una passione per la danza classica che aveva coltivato prima in una scuola di Sambuceto e poi in una nota scuola di Pescara. Ieri mattina quasi certamente c’era anche lei nell’appartamento di Chieti di proprietà del papà dove è iniziato tutto. Un appartamento che in passato era stato affittato e che da qualche tempo la famiglia aveva ripreso nella sua disponibilità con progetti che forse nessuno saprà mai. Si sa, però, perché lo raccontano tutti, che era una bella famiglia.
«Il marito una persona eccezionale, simpatica, al matrimonio fecero una grande festa» dice ancora l’amica di Marina. A raccontarlo sono anche le foto dei viaggi più recenti, come quello alle Cinque Terre, delle domeniche sulla neve di quest’inverno per far imparare a sciare Ludovica. E lo racconta il tono di Marina al telefono ieri mattina con l’amica. Insegnante di italiano e latino al liceo Scientifico da Vinci, Marina Angrilli aveva classi sia alla sede distaccata di piazza dei Grue, dove insegnava nella quarta P e nella seconda O, e poi in altre classi della sede centrale. «Molto precisa, ligia al dovere, lavorava tantissimo», riferisce incredula una collega, «una persona corretta». Capelli corti castani sempre curatissimi com’era lei. Una persona che anche nell’aspetto rispecchiava il suo modo di essere, impeccabile, preciso. E molto riservata. Amava tenersi in forma, con il footing e la palestra (frequentava la Four Fit all’Arca, a Villa Raspa). Suo fratello Francesco è medico all’ospedale civile di Pescara, come la sorella di Fausto Filippone, radiologa all’ospedale di Chieti. Famiglie perbene, stimate, tranquille. Normali. Come Fausto Filippone, che qualche mese fa aveva perso la madre e che ieri, durante tutte quelle ore di trattativa con chi ha cercato di salvarlo, ha chiesto scusa, perdono, ha detto che aveva fatto una cosa terribile. E alla fine si è lasciato cadere,
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