Mario e Egle, un miracolo

1 Novembre 2024

La ginecologa disse: non avrete figli. Ma ora ne hanno sette

MONTESILVANO. Quarantadue anni fa la ginecologa disse che, con buona probabilità, non avrebbero mai avuto un figlio. Mai diagnosi fu tanto errata. In 39 anni di matrimonio Mario e Egle di figli ne hanno avuti non uno, ma sette, tra naturali, adottivi e in affido. Ne avevano cinque nel novembre del 2003 quando Mario Sberna, dipendente della Curia bresciana incontra Enrico Cinelli, altro papà con prole numerosa, di fronte al bancone del pesce in un supermarket cittadino di Brescia.
«Ero soprappensiero, con gli occhi persi negli occhi della povera triglia, in attesa che mia moglie Egle riempisse di cibo il carrello – racconta Mario - quando sono stato fermato da Enrico, che di mestiere fa l’autista di bus: doveva parlarmi». E prosegue: «Quel pesce, mi disse, non potremmo mai comprarlo ai nostri figli: troppo caro mangiare pesce per le famiglie numerose». I due parlarono di come era difficile arrivare alla fine del mese tra bollette, tasse, imposte, senza parlare di quante bocche si dovevano sfamare con quell’unico stipendio. «Una scarica di problemi che, ovviamente, conoscevo benissimo anch’io. Così l’idea di rivederci presto per trovare qualche soluzione: Davide contro Golia, insomma. Ma ci provammo». Da quell’incontro, nasce l’idea di dar vita all’Associazione nazionale famiglie numerose (Anfn) che oggi conta 171 famiglie volontarie che ricoprono un ruolo in 20 sedi dislocate in tutta Italia. «Tutte le iniziative che hanno enormi conseguenze nascono sempre idee semplici – prosegue Mario - dalle domande: perché per iscrivere i nostri figli a scuola, per comprare i libri, la mensa, il biglietto dell’autobus o la tariffa sui rifiuti ogni singolo figlio paga per “uno”, mentre quando si compila l’Isee, quello stesso figlio vale meno di un terzo? Così facendo quando pago, pago per uno mentre quando ricevo, ricevo per un terzo». E aggiunge: «Quando diciamo queste cose ci sentiamo dire che siamo degli incoscienti, che nessuno ci ha obbligato a fare tanti figli. Dimenticando che solo grazie ai nostri figli questo Paese avrà un futuro». (c.d.s.)