ABRUZZO
Mattarella accende il "ponte elettrico" con il Montenegro / VIDEO E FOTOGALLERY
Il presidente della Repubblica inaugura l'impianto Terna a Cepagatti in simultanea con il collega montenegrino collegato in videoconferenza: "Snodo di grande rilievo per l'Italia, la regione balcanica e l'Europa". E fuori c'è la protesta pacifica dei residenti contro l'occupazione dei terreni e il rischio di elettromagnetismo
CEPAGATTI. Da una parte l'Abruzzo e dall'altra, al di là dell'Adriatico, il Montenegro. Da una parte il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dall'altra, collegato in videoconferenza, il Presidente montenegrino Milo Đukanović. Da una parte le autorità che applaudono all'evento-simbolo di sviluppo e di sicuro approvigionamento di elettricità per l'Italia, e dall'altra un gruppo di manifestanti che protesta contro il nuovo stabilimento Terna da sempre contestato dai residenti per l'occupazione dei terreni, il presunto inquinamento elettromagnetico e che ora sostiene che si sta scontrando anche con la sordità delle istituzioni. Diversi aspetti della mattinata trascorsa del Presidente a Cepagatti. Ma il "dado è tratto", il bottone che dà il via all'implementazione della rete elettrica nazionale è stato schiacciato fra gli applausi delle autorità (fra le quali il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli) e, all'esterno dello stabilimento, gli slogan dei manifestanti.
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Tra Cepagatti e Lastva, nel comune di Kotor, scorrono cavi marini per complessivi 445 km, la maggior parte dei quali sui fondali dell'Adriatico tanto da rappresentare il più lungo collegamento sottomarino in alta tensione mai realizzato da Terna per un investimento di 1,1 miliardi di euro. Un "ponte elettrico" che potrà funzionare anche al contrario, cioè dall'Italia verso il Montenegro, in modo da consentire ai due Paesi di scambiare elettricità inizialmente per una potenza di 600 MW e successivamente 1.200 MW quando sarà realizzato anche il secondo cavo, previsto nei prossimi anni.
«È uno snodo di grande rilievo per l'Italia, la regione balcanica e l'Europa, ci avvicina ulteriormente, mettendo in comune risorse», dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, inaugurando il ponte elettrico tra Italia e Montenegro. «È significativo che questa inaugurazione avviene nel 140esimo anniversario dello stabilimento delle nostre relazioni diplomatiche», sottolinea aggiungendo che «il destino dei Paesi balcanici è inscindibile da quello degli altri Paesi europei». E il cammino del Montenegro verso l'Ue «merita sostegno ed incoraggiamento», conclude.
«Questa interconnessione è una eccellenza tecnologica, uno snodo cruciale, è il volano di sviluppo per una serie di opportunità», commenta l'amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris: «La realizzazione di una infrastruttura costituisce sempre un'iniezione di fiducia e un momento di orgoglio non solo per chi è stato coinvolto nel progetto ma anche per il paese. Genera un effetto positivo sul Pil e sull'occupazione».
La costruzione dell'opera ha coinvolto 124 imprese (80 in Italia, il 62% delle quali abruzzesi, e 44 in Montenegro) nei cantieri avviati nel 2012. «Lo scambio bidirezionale dei flussi di elettricità permetterà di diversificare gli approvvigionamenti, rafforzare l'affidabilità, l'efficienza, la sicurezza, la sostenibilità ambientale e la resilienza delle reti elettriche delle due sponde adriatiche e consentirà di sfruttare pienamente il potenziale di produzione da fonti rinnovabili, disponibili sia in Italia che nell'area balcanica», viene spiegato, «inserita tra i Progetti di Interesse Comune (PCI) dalla Commissione Europea». Il progetto porta a 26 le linee di interconnessione con l'estero gestite da Terna e «consente all'Italia di rafforzare il ruolo di hub europeo e mediterraneo della trasmissione elettrica».
Fuori dai recinti, sono un centinaio i partecipanti alla protesta, aderiscono tutti al comitato "Piano Pulito", dal nome della località Piano Marino di Villanova di Cepagatti dove è stato realizzato l'impianto e dove i manifestanti risiedono. «Noi siamo preoccupati per la nostra salute e per la salute dei nostri figli perché questi impianti - spiega Martina Del Prete - del Comitato Piano Pulito - sono stati costruiti a ridosso delle nostre abitazioni e nessuno ci garantisce quali siano gli effetti a lungo termine proprio sulla salute, sapendo che l'elettromagnetismo ha anche degli effetti anche sulle malattie del sangue e quindi siamo qui a farci sentire, sperando che qualcuno ci ascolti, così come stiamo facendo da anni con accesso agli atti e incontri in Comune, ma nella completa sordità delle istituzioni. Nessuno ci rassicura e siamo arrabbiati perché nessuno riesce a darci le risposte che vogliamo».