Maxi debiti delle Asl: il conto si dimezza a cento milioni
La Regione invia il report finale a due ministeri, l’11 dicembre a Roma l’esame decisivo
PESCARA. La data cruciale è il prossimo 11 dicembre ma la partita sui piani di rientro delle quattro Asl abruzzesi si è chiusa ieri mattina. La Regione infatti ha inviato l’intero dossier a Roma dove il ministero della Salute e il Mef avranno due settimane di tempo per svolgere la loro istruttoria prima della data clou in cui è fissato il Tavolo di Monitoraggio interministeriale. Bocche cucite e porta chiuse agli estranei nel quartier generale del Dipartimento regionale alla Sanità, in via Conte di Rivo a Pescara, dove però su avverte un clima di cauto ottimismo sulla madre di tutte le sentenze ministeriali.
In altre parole, il rischio del commissariamento della sanità abruzzese sarebbe stato scongiurato grazie alla cura draconiana messa in atto dalle quattro Asl. Possiamo anche anticipare i numeri principali riportati nel dossier inviato 24 ore fa a Roma. Si parte da un disavanzo iniziale e complessivo macroscopico delle quattro Asl di 200 milioni di euro, con le Aziende sanitarie dell’Aquila e Chieti in cima alla lista. Ma, nella peggiore delle ipotesi, la cifra si è dimezzata attraverso i piani di rientro, a 100 milioni di euro che, come è scritto nel dossier, potrebbero persino scendere a 30 milioni nel caso in cui l’Abruzzo tesorizzasse anche gli anticipi del payback farmaceutico e l’incremento dei fondi del Pnrr destinati al servizio sanitario regionale. Questo è trapelato dalle stanze blindate del palazzo. Dal fronte politico della maggioranza di centrodestra, inoltre, si assiste a un repentino ammorbidimento della linea dura intrapresa nei confronti dei direttori generali delle Asl. La norma taglia-manager, così come era stata licenziata dalla Commissione congiunta Sanità e Bilancio, si è trasformata in una più diplomatica legge assisti-manager, ovvero Ferdinando Romano per la Asl dell’Aquila, Thomas Schael per Chieti, Maurizio Di Giosia per Teramo e Vero Michitelli per Pescara.
Come per magia, infatti, è sparita la frase “Task force” sostituita da “Cabina di regia”. E non è una semplice questione semantica. La norma sarà votata martedì prossimo in Consiglio regionale ma, non più di 24 ore fa, ha subìto una seconda modifica che spiazza il centrosinistra e mette al sicuro la maggioranza di centrodestra da nuovi attacchi politici.
L’emendamento bis che cancella la Task force punisci-manager porta le firme trasversali di Paolo Gatti e Massimo Verrecchia, per Fratelli d’Italia, e di Vincenzo D’Incecco e Carla Mannetti, per la Lega. Ecco il documento: «È istituita presso il Dipartimento sanità una Cabina di regia coordinata dall'assessore alla sanità (Nicoletta Veri) e composta dal direttore del Dipartimento (Emanuela Grimaldi), con il ruolo di coordinatore tecnico; dal direttore dell'Agenzia sanitaria regionale e dai direttori generali della Asl», e da altre figure apicali. Possono partecipare ai lavori i presidenti delle Commissioni consiliari competenti in materia di Bilancio e Sanità (D'Incecco e Gatti). E la partecipazione alla Cabina di regia è a titolo gratuito.
Questo è l'incipit che, come si può notare, non chiama più in campo il presidente della Regione, Marco Marsilio, che invece era presente nella precedente versione della legge a capo della Task force. Ma arriviamo al punto clou di questa ulteriore modifica: «Al fine di garantire il conseguimento degli obiettivi sono adottati specifici programmi triennali articolati in piani operativi annuali. La giunta regionale adotta le linee guide per la redazione dei programmi e dei piani e le invia alle Asl che, entro 60 giorni, trasmettono al Dipartimento Sanità le proprie proposte elaborate secondo quelle linee guida». Il rapporto quindi diventa di collaborazione.
Ma i manager, pur avendo un arco di tempo molto più ampio a disposizione (con scadenze triennali e annuali) rischiano comunque il posto nelle Aziende sanitarie. Così si legge nell'ultima parte dell'emendamento: «La mancata adozione da parte dei direttori delle Asl degli atti necessari all'attuazione dei programmi triennali e dei piani annuali, consente alla giunta regionale l’esercizio del potere sostitutivo attraverso la nomina del direttore Dipartimento Sanità come commissario ad acta».
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