Mercatino etnico, anche Ncd è contrario

PESCARA. Aumenta il numero dei contrari alla realizzazione di un mercatino etnico dei senegalesi in via De Gasperi. Dopo i residenti, che hanno raccolto 290 firme contro il progetto del Comune, ora è intervenuta anche Ncd.

«La decisione del sindaco Marco Alessandrini relativa allo spostamento del mercatino etcnico dall'area di risulta a via De Gaspari, a ridosso di abitazioni e negozi», hanno scritto in una nota il capogruppo Guerino Testa e i consiglieri Alfredo Cremonese e Massimo Pastore, «risulta essere assai dannosa e pregiudizievole per la popolazione ivi residente, in assenza di attrezzatture idonee a ricevere e a integrare una nuova realtà etcnica».

«Anche in tale situazione», hanno proseguito, «si percepisce chiaramente come tra l'attuale maggioranza del governo comunale e i cittadini di Pescara sia da registrare una grave e irrecuperabile frattura e scollamento riguardo ai diritti, interessi e ragioni dei pescaresi. Infatti, anche riguardo a tale problematica il sindaco e la sua maggioranza hanno fatto tutto di nascosto, senza preventivamente informare i residenti e i cittadini della zona ospitante e senza tra l'altro favorire una concertazione tra i rappresentanti rionali e di quartiere e le associazioni dei consumatori e dei commercianti».

I consiglieri comunali del Nuovo centrodestra evidenziano che in quella zona vi è piazza dello Spirito Santo che già oggi versa in uno stato di degrado, dove si registra quotidianamente accattonaggio. Il capogruppo Guerino Testa ricorda come tale mercatino etnico sia in realtà un luogo foriero di vendita al dettaglio abusivo e illegale.

Da qui la richiesta di Ncd alla maggioranza di prendere «la saggia decisione di smantellare il mercatino abusivo e di non procedere ad individuare in via De Gasperi la sede del nuovo mercato, risparmiando così oltre 100mila euro di fondi comunali necessari per trasferire in quell'area il mercato, in quanto sia a Pescara sia in provincia esistono mercati per ambulanti, ovviamente per tutti coloro che vogliono lavorare nel rispetto della legalità».

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