Metro: licenziamenti inevitabili a San Giovanni Teatino
L’azienda disposta a dare 12 mesi di aiuti economici a chi va in mobilità volontaria
SAN GIOVANNI TEATINO. Il punto vendita Metro Cash and Carry di San Giovanni Teatino è strutturalmente in perdita: per questo motivo la sua organizzazione deve essere ristrutturata per adattarla al contesto socio-economico dell’area. E’ quanto sostiene la Metro Italia in una nota in cui spiega il motivo dei 26 licenziamenti e replica ai sindacati che l’hanno accusata di non aver voluto fare ricorso agli ammortizzatori sociali. «Questa ristrutturazione», dichiara Maurizio Casalotto Cossu, direttore risorse umane della Metro Cash and Carry Italia, «comporta la profonda rivisitazione dell'offerta al cliente e la cancellazione permanente di alcune attività del punto vendita. L'azienda ha ricercato da subito un accordo con le rappresentanze sindacali, spiegando chiaramente la natura strutturale degli esuberi. In questo scenario ci siamo resi fra l'altro disponibili a sostenere con un incentivo economico tutte le persone che si erano dichiarate disposte ad entrare volontariamente in mobilità. Questo avrebbe limitato significativamente l'impatto sociale. La divergenza che ad oggi blocca la trattativa è relativa alla modalità di applicazione della cassa integrazione, in quanto i sindacati hanno posto come vincolo imprescindibile l'applicazione del meccanismo della rotazione tra i lavoratori. Questa ipotesi per noi non applicabile perché, come dichiarato fin dall'inizio, gli esuberi sono di tipo strutturale, conseguenti al cambio radicale del modello operativo del punto vendita e non legati a situazioni temporanee. Confidiamo quindi che le rappresentanze sindacali si rendano conto che facendo saltare questa trattativa si negano ai lavoratori impattati (cioè i destinatari del licenziamento, ndr) 12 mesi cruciali di sostegno al reddito e rinnoviamo la nostra disponibilità a firmare un accordo che minimizzi l'impatto sociale in modo coerente con il nuovo modello operativo».