Montesilvano, «Mutuo per pagare i debiti»: citati Gallerati, 13 ex consiglieri e un funzionario
Inchiesta sul buco dell’Ente manifestazioni, chiesti 70mila euro di danni. L’accusa: il Comune si candidò a garante ignorando il disastro dei conti
MONTESILVANO. Un danno erariale da circa 70 mila euro per il Comune. È quanto contesta la Corte dei Conti all’ex sindaco Renzo Gallerati, a 13 ex consiglieri comunali e a un funzionario amministrativo, che sono stati citati in giudizio e che ora rischiano di dover sborsare circa 4.500 euro a testa per risarcire il Comune. L’episodio si riferisce al 2003 e a un mutuo di 200 mila euro contratto dall’allora Ente manifestazioni città di Montesilvano con la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona, nell’ambito del quale il Comune, previa approvazione di una delibera in consiglio comunale, aveva assunto il ruolo di garante. Il problema, però, è che già all’epoca dei fatti l’Ente manifestazioni «versava in una drammatica situazione finanziaria e di insolvenza», si legge nell’atto di citazione in giudizio, «impeditiva di ogni sua attività, per cui è assolutamente irrazionale poter ammettere il rilascio di una garanzia in simili condizioni e senza alcuna salvaguardia per il Comune». A ciò si aggiunge che, stando a quanto riferito in una nota del dirigente di settore indirizzata alla procura nel 2010 nell’ambito della liquidazione dell’Ente manifestazioni, il mutuo sembra sia stato utilizzato in larga misura per saldare i debiti contratti in precedenza. A tal proposito nei documenti si fa riferimento anche a un intervento dell’allora consigliere di opposizione Carlo Tereo de Landerset in cui annunciava la sua astensione alla delibera evidenziando perplessità in merito al fatto che il mutuo potesse servire per ripianare i 700 milioni di debiti. È proprio grazie alla sua astensione che Tereo de Landerset non è finito tra i 13 consiglieri che all’epoca, insieme all’allora sindaco Gallerati, diedero il via libera alla delibera, dopo aver ricevuto parere tecnico favorevole dal funzionario amministrativo Eliana Ferretti, citata a sua volta in giudizio. In particolare, a dover comparire davanti ai giudici della Corte dei Conti dell’Aquila il prossimo 11 luglio sono, oltre al sindaco e alla Ferretti, Giovanni Pavone, Giuliano Agostinone, Stefano Di Blasio, Emidio Di Felice, Ferdinando Di Giacomo, Pietro Gabriele, Pasquale Gentile, Evenio Girosante, Tommaso Franco Iacovelli, Vladimiro Lotorio, Gaetano Mambella, Luigi Marchegiani e Giuseppe Mené.
La delibera prevedeva che il mutuo fosse utilizzato per il completamento della ristrutturazione dell’ex mercato coperto, oggi Palazzo Baldoni, che sarebbe stato messo a disposizione, tra l’altro, per mostre, concerti e manifestazioni culturali. Tra gli impieghi delle somme, secondo quanto previsto nella delibera, anche «la gestione corrente per lo svolgimento dell’attività istituzionale» dell’Ente manifestazioni, che invece a detta della Corte dei Conti sarebbe «in assoluto contrasto con la norma». Quanto alla cifra del presunto danno erariale, per via della prescrizione delle precedenti rate, si fa riferimento solo agli ultimi 5 versamenti effettuati dal Comune alla Banca, per un totale di 68.808 euro circa.
Intanto, in attesa dell’udienza, Gallerati si dice tranquillo: «Se ci fossero stati i profili di illegittimità evidenziati dagli inquirenti», commenta, «il parere del funzionario non sarebbe stato favorevole, così come l’istituto di credito avrebbe negato l’erogazione del mutuo. Dopotutto, i soldi sono stati spesi per la sala Di Giacomo che ancora oggi è lì. Inoltre si è andati un po’ troppo lunghi con i tempi, 14 anni, e gli atti in Comune non ci sono più. Per questo abbiamo prodotto una relazione analitica, anche fotografica, con tutti i costi per spiegare l’utilizzo delle somme».
La delibera prevedeva che il mutuo fosse utilizzato per il completamento della ristrutturazione dell’ex mercato coperto, oggi Palazzo Baldoni, che sarebbe stato messo a disposizione, tra l’altro, per mostre, concerti e manifestazioni culturali. Tra gli impieghi delle somme, secondo quanto previsto nella delibera, anche «la gestione corrente per lo svolgimento dell’attività istituzionale» dell’Ente manifestazioni, che invece a detta della Corte dei Conti sarebbe «in assoluto contrasto con la norma». Quanto alla cifra del presunto danno erariale, per via della prescrizione delle precedenti rate, si fa riferimento solo agli ultimi 5 versamenti effettuati dal Comune alla Banca, per un totale di 68.808 euro circa.
Intanto, in attesa dell’udienza, Gallerati si dice tranquillo: «Se ci fossero stati i profili di illegittimità evidenziati dagli inquirenti», commenta, «il parere del funzionario non sarebbe stato favorevole, così come l’istituto di credito avrebbe negato l’erogazione del mutuo. Dopotutto, i soldi sono stati spesi per la sala Di Giacomo che ancora oggi è lì. Inoltre si è andati un po’ troppo lunghi con i tempi, 14 anni, e gli atti in Comune non ci sono più. Per questo abbiamo prodotto una relazione analitica, anche fotografica, con tutti i costi per spiegare l’utilizzo delle somme».