Morte Morosini, il vigile va riammesso in servizio
Il provvedimento è del giudice del lavoro che ritiene eccessiva la sospensione di sei mesi data dal Comune all’ufficiale che ostruì il passaggio dell’ambulanza
PESCARA. Giorgio Mancinelli, l’ufficiale della polizia municipale che ha parcheggiato l’auto di servizio dentro lo stadio durante la partita in cui ha perso la vita Piermario Morosini, va riammesso in servizio immediatamente. Il provvedimento di reintegra è del giudice del lavoro Franco Di Pietro, che ha quindi ribaltato quanto disposto il 14 maggio dalla commissione disciplinare del Comune. Al termine del procedimento aperto a Palazzo di città nei confronti dell'ufficiale, la commissione ha comminato a Mancinelli la sanzione massima prevista e cioè sei mesi di sospensione dal lavoro e dallo stipendio. L’ufficiale si è subito rivolto al giudice del lavoro per impugnare il provvedimento e chiedere la sospensiva, in attesa del pronunciamento nel merito. Per Di Pietro i sei mesi di stop sono «gravemente pregiudizievoli» per Mancinelli, «sia per la non trascurabile decurtazione della retribuzione sia per la possibile incidenza negativa sull'immagine professionale» e il fatto che sia stata disposta la reintegra «non eslcude la piena applicabilità della sanzione a seguito di un diverso esito del possibile giudizio di merito», ha scritto proprio il giudice. Nel suo dispositivo Di Pietro ha esaminato la situazione che si è creata il 14 aprile allo stadio, quando Mancinelli ha lasciato l’auto della municipale davanti all’ingresso della curva Maratona, ritardando il passaggio dell’ambulanza per soccorrere Morosini, il calciatore del Livorno che si è accasciato e poi è morto, ucciso da una cardiomiopatia aritmogena, cioè una malattia genetica del muscolo cardiaco. Per il giudice non è certo che ci fosse «una specifica disposizione a tenere costantemente libero e accessibile» quel varco, e comunque in quel punto c’erano anche altri automezzi. Ha evidenziato poi che allo stadio c’era, «per quanto attiene l'assistenza sanitaria, un sistema organizzativo che non prevedeva l'ingresso in campo degli automezzi di soccorso». Le ambulanze per l'intervento immediato erano dislocate vicino ad altri accessi, in posizioni strategiche, e non alla curva Maratona, e se ci fosse stata la necessità di trasportare l’assistito in ospedale il personale sanitario presente avrebbe dovuto eseguire il trasporto in barella fino a uno dei mezzi di soccorso. L’avvocato del Comune, Lorena Petaccia, ritiene la decisione del giudice «comprensibile dal punto di vista umano ma censurabile per motivi di ordine giuridico-processuali» e il comportamento di quel giorno di Mancinelli «rimane deprecabile». Il sindaco Luigi Albore Mascia prende atto del pronunciamento senza commentare e annuncia che l'ufficio legale deciderà se presentare reclamo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA