PESCARA

Morte Rudy Cavazza, parla la moglie: «L’hanno ammazzato»

10 Febbraio 2025

Il giostraio trovato morto dopo due mesi, la famiglia non crede al malore. La verità oggi dall’autopsia

PESCARA. Il tatuaggio con il suo nome, “Viviana”, è stato decisivo per confermare che quel corpo riverso a faccia in giù nel canale di Fosso Grande, tra Spoltore e Pescara, fosse di suo marito Rudy Cavazza, il giostraio di 54 anni scomparso dall’alba del 7 dicembre scorso. E adesso è proprio la moglie di Rudy, Viviana Rapone, a urlare la rabbia sua e delle loro figlie: «L’hanno ammazzato e buttato lì per farcelo ritrovare, Rudy in questi due mesi di ricerca lì non c’è mai stato in quel posto».

Una denuncia che la donna affida a un videomessaggio trasmesso dalla Tg3 Abruzzo e che arriva alla vigilia dell’autopsia, in programma oggi e affidata dal pm Luca Sciarretta al medico legale Giordano Di Paolo proprio per fare chiarezza sulle cause della morte e sui tempi.

Ma intanto la moglie dice: «Sono andata lì con i miei figli, ci sono andati i carabinieri, i vigili del fuoco. Lì Rudy non c’è mai stato, ci sono passata io con i piedi miei, e Rudy non c’era. L’hanno ammazzato e buttato lì adesso, per farcelo ritrovare. Io l’ho visto con gli occhi miei, Rudy prima non c’era».

Di fatto, dopo le ricerche andate a vuoto, anche con i droni dall’alto e con i cani molecolari, il corpo del 54enne è stato ritrovato lo scorso 7 febbraio, a due mesi esatti dalla sua scomparsa, da un nipote di 18 anni. Intorno alle 17,30 di venerdì scorso il ragazzo stava tagliando i canneti a una ventina di metri dalla roulotte di via Fonte Vecchia, il lemo di terra tra Spoltore e Pescara dove vive con gli altri parenti di Cavazza, quando ha notato «una cosa scura, riversa nell’acqua». Quel cadavere, con gli stessi vestiti del 54enne, e scalzo come Rudy al momento dell’allontanamento, ha fatto subito pensare a lui, con la conferma ufficiale arrivata dal riconoscimento delle figlie grazie anche a quel tatuaggio con la scritta Vanessa. Da una prima ricognizione, nessun segno di violenza e nessuna lesione sul corpo, motivo per cui si è ipotizzato subito un malore, considerando anche che qualcuno dei cugini avrebbe riferito che quella notte, nella roulotte dove dormivano, Rudy aveva lamentato dei forti dolori addominali e intorno alle 5,30 era uscito dalla roulotte. Cavazza era arrivato a Pescara, da Roma, il 6 dicembre, con due cugini. Dopo una notte passata in albergo era andato al campo roulotte a ridosso di via Prati per salutare i cugini. «Una festicciola, non ci vedevamo da tanto tempo», hanno dichiarato. Poi, poco prima dell’alba, la scomparsa.