Multe sbagliate, le Poste risarciscono
Versati 57 mila euro al Comune per le contravvenzioni spedite nel 2004 con la dicitura città di Ferrara anziché Pescara
PESCARA. Poste italiane ha versato in questi giorni al Comune di Pescara 57.681 euro. È il risarcimento per i danni che l’ente ha subìto otto anni fa per aver dovuto annullare oltre 4mila multe sbagliate notificate dall’azienda ai cittadini interessati.
La vicenda parte dal 2004, quando l’allora amministrazione comunale decise di stipulare una convenzione con Poste italiane per affidarle tutto il servizio di smistamento dei verbali stradali, con tanto di imbustamento e recapito a domicilio dei cittadini.
I primi problemi si registrarono nel mese di luglio dello stesso anno, quando agli automobilisti cominciarono ad arrivare contravvenzioni con la dicitura Città di Ferrara, anziché Pescara.
Un errore del centro meccanografico di Poste scambiò la sigla della provincia del capoluogo adriatico, «Pe», con quella del Comune estense, «Fe».
Un errore grossolano che scatenò centinaia di proteste al centralino del comando dei vigili urbani di Pescara. Scoppiò un caso.
Molti automobilisti disorientati decisero di fare ricorso al giudice di Pace o alla prefettura per contestare le multe che risultarono elevate nella città di Ferrara, però con i nomi delle vie pescaresi.
Insomma, un pasticcio che mise in moto una valanga di azioni legali, con gli avvocati degli automobilisti tutti impegnati a dimostrare la presenza dei propri assistiti a Pescara e non a Ferrara nei giorni in cui furono comminate le contravvenzioni.
I giudici accolsero i ricorsi e le multe vennero tutte annullate, per la gioia degli automobilisti che così non pagarono nulla.
«Migliaia di multe arrivarono sbagliate nelle case dei pescaresi», ha spiegato l’assessore al contenzioso Berardino Fiorilli, «Il nostro Comune mandò i file corretti al centro meccanografico delle Poste, ma poi sugli atti notificati, inspiegabilmente, al posto di Pescara, risultò Ferrara come città in cui furono elevate le sanzioni. Fortunatamente, l’errore durò solo un mese, quanto basta, però, da generare quella che all’epoca venne addirittura definita multopoli».
Il danno per le casse comunali fu notevole. «Ovviamente», ha rivelato Fiorilli, «quelle multe diventarono carta straccia e il Comune di Pescara decise di impugnare tutti gli atti di fronte al tribunale, quantificando un danno per l’ente stimato all’epoca in 50.385 euro». Il contenzioso legale cominciò nel 2007, cioè 5 anni fa. La sentenza del tribunale è arrivata nel marzo dell’anno scorso: i giudici hanno riconosciuto le ragioni dell’ente e l’entità del risarcimento richiesto dall’ente pubblico.
Ma le Poste non hanno pagato subito il danno. Così, lo scorso 8 novembre l’avvocato Lorena Petaccia, dell’ufficio legale del Comune, ha richiesto e ottenuto l’avvio di un atto di precetto esecutivo verso Poste italiane. L’iniziativa è servita per sbloccare finalmente la situazione.
E il 28 novembre scorso, dopo ben otto anni dal danno causato all’ente per la notifica delle multe sbagliate, l’azienda ha pagato al Comune la somma di 57.681 euro come riconoscimento del danno patrimoniale comprensivo di interessi legali e rivalutazioni monetarie, per complessivi 3.531 euro.
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