LAVORO / IL CASO AUCHAN
«Noi esclusi dal piano Conad». Futuro incerto per 540 lavoratori
Allarme per i dipendenti degli iper di Pescara e Cepagatti e del supermercato di via Tiburtina. I sindacati incontrano oggi l’assessore regionale Febbo: «La Regione ci aiuti a trovare acquirenti»
PESCARA. Chiedere e ottenere delle garanzie per i 540 lavoratori degli ipermercati Auchan di Pescara e Cepagatti e del supermercato Auchan sulla Tiburtina. Con questo spirito i sindacati incontreranno oggi pomeriggio l'assessore regionale alle Attività Produttive Mauro Febbo, all’indomani dell’uscita di scena dall’Italia di Auchan e dell’acquisizione del pacchetto azionario da parte delle sei cooperative della Conad.
Una partita da un miliardo che ha riguardato 700 punti vendita in tutto il paese, tra ipermercati e supermercati, compresi quelli a marchio Simply e Sma. In Abruzzo ci sono ancora dei nodi da sciogliere, «questa è la regione dove ci sono più criticità», e di questo si parlerà oggi con Febbo, come spiega Davide Frigelli della Fisascat Cisl Abruzzo e Molise.
«Da un anno», spiega il sindacalista, «Conad sta acquisendo e vendendo i vari punti vendita, mantenendone alcuni per sé, e in questa regione proprio Conad ha rilevato le strutture a marchio Simply di Spoltore e Silvi, mentre restano invenduti gli ipermercati Auchan di Pescara, sulla Tiburtina, e Cepagatti, e il supermercato sulla Tiburtina (ex Simply). Pare, invece, che siano in corso le procedure per l’acquisizione del Simply di Montesilvano, dentro a Porto Allegro. La situazione delle tre strutture per le quali non c’è stata ancora una ricollocazione preoccupa», va avanti Frigelli, «perché già sappiamo che non possono essere acquisiti dalla Conad, che deve tenere conto dei limiti fissati dall’antitrust e avrebbe già raggiunto il massimo della superficie consentita. Una speranza, l’unica, è legata al gruppo Maiora di Bari, già titolare del punto vendita Despar di piazza Duca degli Abruzzi, a Pescara, che sembra interessato a questa partita, ma non ci sono dichiarazioni ufficiali in tal senso. Al momento è l’unica speranza per il mantenimento della tre strutture commerciali».
I sindacati cercano di stringere i tempi perché «va concluso tutto entro il 30 giugno, termine fissato dalle procedure, altrimenti si prospetta la mobilità per i lavoratori. Per evitare il peggio, chiediamo alla Regione di intervenire», prosegue Frigelli, «per sensibilizzare l’imprenditoria locale e aiutarci a trovare degli acquirenti, altrimenti ci sono 540 dipendenti a rischio. Sempre la Regione deve preoccuparsi già da ora del possibile problema occupazionale che si andrà a creare per tutti quegli addetti delle attività già acquisite o che saranno acquisite in futuro perché, verosimilmente, si va verso una riduzione delle superfici di vendita,vedasi l’ipermercato di Megalò, e quindi anche verso una riduzione degli addetti. Già adesso, infatti, stanno venendo meno alcune figure professionali che non sono previste all’interno di Conad e Despar. Per quanto ci riguarda», conclude Frigelli, «ci siamo mossi per tempo, perché abbiamo già raggiunto e concluso un percorso, con la Conad e il ministero, per ottenere l’attivazione degli ammortizzatori sociali. Ma fino ad oggi non c’è stato bisogno, visto che Conad ha provveduto a piazzare una serie di punti vendita e il problema occupazionale non si è posto. Eppure, il ricorso agli ammortizzatori sociali per evitare licenziamenti non è da escludere in una fase successiva, quando potrebbero emergere delle situazioni di crisi fino ad ora non emerse. La Regione, se necessario, dovrà intervenire», conclude Frigelli che oggi sarà all’incontro con i rappresentanti di Filcams Cgil e Uil Tucs.
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