Nuovo porto pronto tra 5 anni  La priorità è rimuovere i fanghi 

Impicciatore (Arap): «Pennello di foce e scogliera completi al 10%, serve tempo per deviare il fiume» Sospiri: «Il canale tornerà totalmente navigabile entro sette giorni: poi al lavoro per la manutenzione»

PESCARA. Gli operai sono in azione da quasi due mesi, ma per il nuovo porto di Pescara bisognerà aspettare almeno 5 anni, nello scenario più ottimistico. L’obiettivo più complesso del piano regolatore prevede la deviazione del porto canale: un’operazione lunga, divisa in tre fasi e destinata a rivoluzionare la fisionomia del porto. Alcuni lavori preliminari sono già stati fatti e ora è in corso la fase 2 del progetto che prevede «opere utili per aumentare la sicurezza della navigabilità e diminuire l’inquinamento sulla costa nord del porto», spiega Tommaso Impicciatore, responsabile di progetto per l’Arap (l’Agenzia per le attività produttive), «questa fase prevede due opere da completare a breve: il pennello di foce di circa 120 metri e la sopraelevazione della scogliera di radicamento per circa 530 metri».
Il costo di questi lavori è di 7 milioni 557mila 826 euro: sono cominciati a inizio dicembre e dovranno essere ultimati entro febbraio 2023. «Fino a questo momento è stato fatto circa il 10% dei lavori di questa fase e stiamo rispettando il programma prefissato», spiega Impicciatore.
I PROSSIMI PASSI
Nel frattempo, però, il progetto del nuovo porto corre anche su un altro binario: entro dicembre 2022, infatti, bisogna appaltare i lavori delle fasi successive, che dovranno partire tra circa un anno. Il rischio, però, è che tra richieste di autorizzazione e valutazione dell’impatto ambientale, i lavori vadano per le lunghe.
E sullo sfondo c’è anche la questione ambientale: spetta ai tecnici dell’Arap stilare un piano per decidere come gestire i circa 150 metri cubi di sedimenti inquinanti che stazionano sui fondali. Una scelta da calibrare con cura e che influenzerà le fasi successive del progetto. Ma in ogni caso, secondo le ultime stime dei tecnici, la deviazione del fiume (cuore della rivoluzione del porto) non sarà completata prima di 5 anni.
Fanghi
Parallelamente, il Comune lavora per liberare i fondali ingolfati dai fanghi, che stanno mettendo a dura prova il lavoro degli armatori. Nelle scorse settimane, diverse imbarcazioni aveva avuto problemi a rientrare nel porto. «I lavori per rendere totalmente navigabile il canale si concluderanno la settimana prossima», rassicura il presidente del Consiglio Regionale Lorenzo Sospiri, che sta seguendo da vicino la questione, «purtroppo, le risorse che la Regione ha potuto dare al Comune non erano sufficienti per un dragaggio immediato e intensivo. Ma a breve sarà sottoscritto un accordo con una draga che controllerà frequentemente lo stato del canale». Alla foce del fiume sono in corso lavori per spostare i fanghi e creare un canale che abbia barriere consolidate, per far navigare le barche senza problemi. «Dopo questa fase critica ci sarà bisogno di manutenzione continua», spiega Sospiri, «con l’arrivo della nuova draga, puntiamo a controllare lo stato del canale fino alla realizzazione del progetto di dragaggio. A quel punto rimuoveremo definitivamente i fanghi. Ciò che è chiaro è che il problema dell’ingolfamento dall’anno prossimo non ci sarà più, una volta terminato questo grande progetto di dragaggio intensivo. Servirà manutenzione quotidiana, ma ci auguriamo che non venga più ostruito il passaggio delle imbarcazioni».