Omicidio di Montesilvano, da 7 giorni in fuga: ecco chi è il ricercato
Non si trova Massimo Fantauzzi detto "il lupo", il presunto assassino del 21enne Antonio Bevilacqua. Amante di armi, tatuaggi e moto, il pizzaiolo di 46 anni potrebbe avere ancora il fucile usato al pub
PESCARA. Sette giorni da fuggiasco. Non si trova Massimo Fantauzzi, il presunto assassino del rom Antonio Bevilacqua, appena 21 anni e padre di una bambina di pochi mesi. Fantauzzi, 46 anni, amante delle armi e dei tatuaggi con un lupo sul torace: secondo carabinieri e procura, è lui l’autore del delitto nel pub BirraMi di via Verrotti a Montesilvano nella notte tra venerdì e sabato scorso quando una pallottola sparata da un fucile da caccia da circa mezzo metro di distanza ha trafitto la vita di Bevilacqua. Una fucilata dritta in faccia per lavare con il sangue l’onta di un’offesa: «Infame», gli avrebbe detto Bevilacqua durante una lite. Una frase che avrebbe fatto perdere la testa a Fantauzzi.
Ma chi è il “lupo”? Qualche precedente penale per rapina e spaccio di droga, poi una vita sempre lontana dai casellari giudiziari. Pizzaiolo, ha lavorato anche in Germania. Quelli che lo conoscono dicono che sia un duro: uno che non si fa problemi a vivere con pochi soldi in tasca, uno capace di arrangiarsi per tirare avanti, uno pronto a sfidare le forze dell’ordine che adesso vogliono braccarlo. Il suo motto è: «Soltanto i più forti fanno i conti con la solitudine, gli altri la riempiono con chiunque».
Una figlia che non vuole più vederlo e l’ha disconosciuto maledicendolo su Fabeook: «Se sei stato tu meriti di fare la peggiore fine. Mi hai solamente rovinato la vita grande bastardo». Una famiglia che l’ha implorato di costituirsi perché, se ha sbagliato, deve pagare lui e solo lui: «Consegnati», ha detto la mamma in un appello lanciato attraverso il Centro. La sorella Sabrina, detenuta nel carcere di Chieti per una condanna definitiva per furto, rapina e porto d’armi, è stata pestata a sangue tre giorni fa: tre zingare l’hanno presa a pugni in faccia in una zona comune del penitenziario ed è stata salvata dall’arrivo di una guardia carceraria.
Le maledizioni della figlia, gli appelli della famiglia e le botte alla sorella, finora, non sono serviti a niente. Di lui nessuna traccia: una settimana da latitante. I carabinieri della compagnia di Montesilvano e del Nucleo investigativo di Pescara hanno perquisito anche le case di parenti e amici ma Fantauzzi resta introvabile. Potrebbe nascondersi anche nelle campagne: Fantauzzi è uno che conosce il Pescarese e sa come muoversi. Ma una settimana da latitante, con il fiato sul collo delle forze dell’ordine, non è un’impresa facile: ha pochi spiccioli, non può usare il bancomat e il cellulare è spento dalla notte di sabato.
In casa sua, a Montesilvano colle, gli investigatori hanno trovato armi. Ma non quella usata per il delitto: Fantauzzi potrebbe avere ancora il fucile con sé. Le armi sono una delle sue passioni. Tanto da pubblicare sulla sua pagina Facebook una foto in cui prende la mira con un fucile a pompa. E poi altre foto di una pistola e di proiettili e anche una mitraglietta in stile terroristico. Immagini pubblicate per gioco? Forse sì, ma adesso quelle foto sembrano l’annuncio di una tragedia.
E poi l’altra passione, la moto, una Honda Cbr 600 rossa: secondo la ricostruzione della notte del delitto, Fantauzzi sarebbe scappato proprio in moto. Un testimone – la persona ripresa da una telecamera proprio mentre il killer fa irruzione nel pub con un cappuccio in testa, un passamontagna da motociclista e un fucile in mano – ha detto agli investigatori che Fantauzzi e Bevilacqua avevano litigato circa un’ora prima dell’omicidio: «Per evitare che finisse a botte l’ho preso di peso e l’ho fatto salire nella mia macchina. Gli ho detto: ma te la stai a prendere con un ragazzino di vent’anni?». Poi, lui l’avrebbe riportato a casa: «Quando siamo entrati a casa sua, Massimo era calmo. È andato al bagno, siamo rimasti un po’ di tempo, 5-10 minuti, poi io me ne sono andato. Lui mi ha accompagnato all’uscita e io gli ho detto: mo’ vatti a dormire e ci vediamo domani». Ma Fantauzzi si sarebbe cambiato i vestiti e avrebbe preso la moto per andare al pub e dare la sua lezione a Bevilacqua.
Fantauzzi e la residenza a Montesilvano sono finiti, adesso, anche al centro di una fitta corrispondenza tra gli uffici delle Politiche della Casa e la polizia municipale: per mesi Fantauzzi sarebbe stato un inquilino abusivo in un alloggio di proprietà del Comune, una ex scuola elementare, ma qualcuno potrebbe aver chiuso gli occhi su quella occupazione irregolare. Di certo non il nuovo assessore Manola Musa che, proprio pochi giorni prima del delitto, aveva scritto una nota per chiedere agli uffici di sgomberarlo.
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