Omicidio Neri, è il giorno dell'addio ad Alessandro
Non i funerali ma una messa e per scelta senza il feretro. I venezuelani in Abruzzo presenti con una bandiera: "Basta pettegolezzi". Intanto i carabinieri prelevano anche il computer e interrogano la memoria
PESCARA. Una messa per Alessandro Neri, il 29enne di Spoltore ucciso a colpi di arma da fuoco e trovato morto giovedì 8 marzo in un canale alla periferia Sud di Pescara. Viene celebrata domani (sabato 17), alle 15,30, nella chiesa di San Camillo De Lellis, a Villa Raspa di Spoltore. Non dovrebbero essere veri e propri funerali, in quanto, secondo le ultime informazioni, per scelta della famiglia non dovrebbe esserci il feretro del ragazzo.
«Saremo presenti con la bandiera del Venezuela, per rendere omaggio al rapporto che la famiglia Lamaletto ha con la nostra patria d'origine», ha detto Maria Claudia Lopez, esponente dell'associazione VenEuropa, componente dell'Osservatorio Emigrazione per il Venezuela del Cram Abruzzo e amica di amica di famiglia dei genitori di Alessandro. «Come italo-venezuelani che vivono in Abruzzo - ha proseguito - stiamo anche pensando di dare vita ad una fiaccolata, ma vogliamo farla in accordo con la società civile pescarese e nel rispetto dei tempi della famiglia». «Questo è il momento di tacere ogni sentimento o impressione personale che non aggiunga nulla alle indagini e che si risolva nel pettegolezzo», ha sottolineato Maria Claudia Lopez a nome dei numerosi appartenenti alla comunità italo venezuelana in Abruzzo, «in questo momento intendiamo esprimere solo cordoglio e sostegno morale ad una famiglia alla quale siamo legati da sentimenti di amicizia e dalle origini comuni e naturalmente auspichiamo, in nome dei principi di civiltà e umanità, che la verità possa emergere al più presto».
«La storia di questa famiglia in Venezuela appartiene soltanto alla famiglia stessa, quindi non possiamo entrare nel merito. Aspettiamo che le forze dell'ordine facciano le loro ricerche e facciano chiarezza sulla vicenda». Così Johnny Margiotta, consigliere del Cram Venezuela, il consiglio regionale abruzzesi nel mondo, rispondendo ad una domanda sulle possibili connessioni della vicenda con gli interessi della famiglia in Venezuela. «Personalmente non ho avuto rapporti specifici con la famiglia di Alessandro - ha affermato - però ho diversi amici che conoscono queste persone e che le considerano persone perbene, che hanno fatto tanto in Venezuela e tanto anche in Italia, perché in qualche modo riportiamo sempre in Italia una parte del lavoro fatto in Venezuela».
Intanto le indagini sul delitto vanno avanti senza sosta. I carabinieri continuano a scavare nella vita del giovane alla ricerca di elementi che possano chiarire l'accaduto. Gli inquirenti continuano ad ascoltare persone per ricostruire frequentazioni e contatti del 29enne. Portato via il computer per passare al setaccio la memoria. Accertamenti sono in corso sulle due automobili dell'azienda di proprietà della famiglia Lamaletto, cioè quella della madre del giovane - sequestrate mercoledì: la prossima settimana, saranno al vaglio dei Carabinieri del Ris di Roma, che già hanno analizzato la Fiat 500 del 29enne, trovata parcheggiata in centro a Pescara mercoledì 7 marzo, due giorni dopo la scomparsa del ragazzo. Gli inquirenti continuano a non escludere nessuna ipotesi. E ripetono che non ci sono indagati.