Onde magnetiche quattro volte sopra i limiti
San Silvestro: dati shock diffusi dall’Arta. Cento residenti nominano un avvocato
PESCARA. Il verdetto dell’Arta non concede vie di scampo: a San Silvestro il livello di inquinamento elettromagnetico è quattro volte superiore ai limiti di legge. L’allarme arriva dai dati shock rilevati dall’Agenzia regionale per la tutela dell’Ambiente il 21 aprile scorso e diffusi soltanto ieri, nonostante siano stati inviati al Comune e alla Asl il 2 maggio. Le rilevazioni, nei punti più eposti del “quartiere delle antenne”, indicano valori di campo elettromagnetico compresi tra 7,40 e 24,60 volt per metro. Il quadruplo, si diceva, del valore di attenzione fissato a 6. Quanto basta perchè il consigliere regionale e presidente del consiglio comunale Gianni Melilla, l’unico a squarciare il velo, risollevasse il problema della delocalizzazione con un’interrogazione alla giunta regionale.
Interrogazione presentata giovedì scorso, nella quale il presidente del gruppo Sinistra democratica chiede «di conoscere quali iniziative sono state adottate per riportare i valori entro quelli previsti dalla normativa vigente, quali risposte concrete sono state date agli abitanti della zona e cosa è stato fatto per ripristinare i controlli giornalieri». I valori di inquinamento - fa sapere l’Arta - si sono «mantenuti costanti», in linea con quelli rilevati negli anni scorsi dalle quattro centraline di monitoraggio rimosse nel 2005 per carenza di mezzi e personale. Nulla di nuovo sotto il sole, insomma: centinaia di ripetitori di tv, radio e telefonìa bombardano da due decenni i residenti di San Silvestro. Dopo anni di accese proteste, di cortei e scioperi della fame con tanto di occupazione della parrocchia, i cittadini sotto scacco si riorganizzano: in circa un centinaio si sono rivolti all’avvocato chietino Roberto D’Ettorre per tutelare la propria salute. «Stiamo facendo tutte le verifiche del caso per attivarci», spiega il legale, «contro i gestori dei ripetitori e gli enti inadempienti». Vale a dire, il Comune, la Provincia e la Regione.
Ma la giurisprudenza in materia non è troppo severa: inserisce l’emissione di onde elettromagnetiche oltre i limiti consentiti nell’articolo 674 del codice penale, quello sul “getto di cose pericolose”, che prevede pene piuttosto leggere. Davanti alla reiterazione è però possibile chiedere il sequestro degli impianti. «Un’azione», puntualizza l’avvocato D’Ettorre, «che dev’essere intrapresa da un cospicuo gruppo di persone». Un ripetitore tv oscurato, infatti, violerebbe dall’altro lato il diritto altrui a guardare alcuni canali. Ma per agire non serve più un intervento “dall’alto” - la regolamentazione della materia è già stata ottenuta dai cittadini con una legge dell’ex ministro delle Telecomunicazioni Bordon - bensì la sola applicazione della normativa esistente. E’ già scritto che giuridicamente i ripetitori fuori legge per i limiti di elettrosmog non hanno ragione di esistere.
Interrogazione presentata giovedì scorso, nella quale il presidente del gruppo Sinistra democratica chiede «di conoscere quali iniziative sono state adottate per riportare i valori entro quelli previsti dalla normativa vigente, quali risposte concrete sono state date agli abitanti della zona e cosa è stato fatto per ripristinare i controlli giornalieri». I valori di inquinamento - fa sapere l’Arta - si sono «mantenuti costanti», in linea con quelli rilevati negli anni scorsi dalle quattro centraline di monitoraggio rimosse nel 2005 per carenza di mezzi e personale. Nulla di nuovo sotto il sole, insomma: centinaia di ripetitori di tv, radio e telefonìa bombardano da due decenni i residenti di San Silvestro. Dopo anni di accese proteste, di cortei e scioperi della fame con tanto di occupazione della parrocchia, i cittadini sotto scacco si riorganizzano: in circa un centinaio si sono rivolti all’avvocato chietino Roberto D’Ettorre per tutelare la propria salute. «Stiamo facendo tutte le verifiche del caso per attivarci», spiega il legale, «contro i gestori dei ripetitori e gli enti inadempienti». Vale a dire, il Comune, la Provincia e la Regione.
Ma la giurisprudenza in materia non è troppo severa: inserisce l’emissione di onde elettromagnetiche oltre i limiti consentiti nell’articolo 674 del codice penale, quello sul “getto di cose pericolose”, che prevede pene piuttosto leggere. Davanti alla reiterazione è però possibile chiedere il sequestro degli impianti. «Un’azione», puntualizza l’avvocato D’Ettorre, «che dev’essere intrapresa da un cospicuo gruppo di persone». Un ripetitore tv oscurato, infatti, violerebbe dall’altro lato il diritto altrui a guardare alcuni canali. Ma per agire non serve più un intervento “dall’alto” - la regolamentazione della materia è già stata ottenuta dai cittadini con una legge dell’ex ministro delle Telecomunicazioni Bordon - bensì la sola applicazione della normativa esistente. E’ già scritto che giuridicamente i ripetitori fuori legge per i limiti di elettrosmog non hanno ragione di esistere.