«Otorino, pochi anestesisti Liste d’attesa di due anni»
Il primario Caporale lancia l’allarme: «Non si possono eseguire le operazioni e per gli interventi di routine come la tonsillectomia i tempi si allungano»
PESCARA. «Senza anestesisti non si possono fare sedute operatorie, e di conseguenza non c’è modo per ridurre le liste d’attesa che nel caso degli interventi di routine, come la tonsillectomia, arrivano a due anni di attesa».
A parlare è Claudio Donadio Caporale, direttore del reparto di Otorinolaringoiatria e Chirurgia cervico-facciale dell’ospedale civile. Il centro pescarese, diventato negli anni punto di riferimento per l’intero Abruzzo e non solo, si trova a dover fronteggiare ogni giorno questo problema. Abbiamo chiesto a Caporale di spiegare che cosa succede e in che direzione sta andando il reparto da lui diretto.
Dottor Caporale, nell’ospedale di Pescara negli ultimi anni si eseguono quasi esclusivamente interventi di chirurgia oncologica cervico-facciale e dell’orecchio, perché accade questo?
«Attualmente la capacità dell’ospedale è questa, a causa della carenza di anestesisti. Negli ultimi tempi sono aumentati i casi oncologici, ne operiamo circa 250 l’anno, e poi siamo Centro regionale di audiologia e per gli impianti cocleari dal 2015. Per fare anche gli interventi di routine servirebbero più sedute operatorie e questo non è possibile senza anestesisti».
Quanti ce ne sono e quanti ne servirebbero?
«Ne sono rimasti ventisette e si occupano di anestesie, rianimazione e terapia del dolore, un numero nettamente incongruo e inferiore alle necessità dell’ospedale. Siamo sotto di diciotto unità mediche rispetto a quanto stabilito dalla pianta organica della Regione per l’azienda Asl di Pescara. La direzione generale si è impegnata ad assumere nuovi anestesisti entro il 2018, al fine di colmare parzialmente questo divario, ma serve l’impegno della stessa Regione Abruzzo».
Nel frattempo, le vostre liste di attesa si allungano arrivando a toccare i due anni.
«Attualmente, risultano in lista operatoria 1331 pazienti, su una media di mille interventi l’anno che riusciamo a fare. Con la disponibilità attuale di sale, che è di 4 sedute operatorie a settimana più una a Penne, le potenzialità della struttura non possono andare oltre, mentre dall’altra parte c’è una grande richiesta da parte di pazienti che arrivano da tutto l’Abruzzo, dal Molise e dall’alta Puglia. Insomma, a fronte di una grossa attrattiva del reparto, c’è una capacità di rispondere alle esigenze inferiore alle potenzialità che abbiamo a disposizione e che possiamo esprimere».
Dallo scorso settembre dirige anche il reparto di Otorino di Penne. Che cos’è cambiato?
«A Penne vengono eseguite visite ambulatoriali in giorni stabiliti, e poi, ogni mercoledì si effettua la chirurgia naso-sinusale che a Pescara già da tempo non si pratica più, vista la netta riduzione delle sedute operatorie per carenza di anestesisti».
Quanti siete in reparto?
«Dieci medici, due audiometristi e tre logopediste, una caposala e quattordici unità di personale infermieristico. In più, abbiamo una convenzione con la scuola di specializzazione di Tor Vergata che manda due specializzandi ogni anno a fare formazione da noi».
Il reparto che lei dirige è all’avanguardia in fatto di chirurgia robotica transorale nel trattamento dei tumori dell’orofaringe.
«Usiamo la robotica sistematicamente in reparto da quasi tre anni, con evidenti vantaggi per il paziente in termini di riduzione della degenza ospedaliera, conservazione delle funzioni degli organi e di radicalità oncologica, perché il braccio robotico guidato dal chirurgo permette di ablare il tumore in toto».
Ma perché i tumori del cavo orofaringeo sono in aumento?
«L’incidenza è aumentata per tre motivi: un notevole abuso di alcol soprattutto tra i giovani e le fasce più disagiate, la crescita del numero dei fumatori e un’alta incidenza di infezioni da HPV», il Papilloma virus, «nei tumori del cavo orale».
Come si può fare prevenzione?
«Sensibilizzando i giovani sul problema delle infezioni da Hpv. Noi lo facciamo nelle scuole, dove spieghiamo l’importanza di avere rapporti sessuali protetti e di sottoporsi alla vaccinazione. E poi, è bene fare una visita endoscopica al fine di evidenziare possibili formazioni del cavo orale e dell’orofaringe, a cui segue, se necessaria, la biopsia. Infine, consiglio di sottoporsi a visita laringoscopica nel caso di un abbassamento di voce che si prolunghi per più di due settimane».
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