Pescara comune spendaccione, 27° in Italia per le spese in bilancio
Una ricerca evidenzia i costi sostenuti dall’ente nel 2014: gli stipendi dei politici costano 10 euro a ogni cittadino
PESCARA. Certo, alcune voci sono generiche, tipo «Altri oneri straordinari della gestione corrente». Oppure, sfugge quale sia la differenza tra «Incarichi professionali e Incarichi professionali esterni» (si deve forse differenziare tra incarichi professionali affidati ai dipendenti da quelli affidati a coloro che non lo sono?). Ma ora sul sito Internet, ideato da Matteo Flora della Thefool di Milano, http://soldipubblici.thefool.it, ottomila Comuni sono stati passati ai raggi x, con i loro bilanci, quelli del 2014, ora consultabili facilmente in Rete. Ed è uscito fuori che Pescara è nella fascia alta tra i Comuni che l’anno scorso hanno speso di più.
Infatti, è tra le prime trenta città italiane, per la precisione al ventisettesimo posto, con una spesa complessiva affrontata nel 2014 arrivata a toccare quasi 241 milioni, ovvero 240.777.921 euro, superando città come Ravenna, che di abitanti ne ha 154.288: molti di più di Pescara, che ne conta 117.091, e poi non proprio l’ultima, in quanto ai servizi offerti. Ma anche nei confronti di Ferrara, che di residenti ne ha 131.842, la quale per ogni abitante spende 1.405 euro, Pescara, con i suoi 2.056 euro che spende per ciascun abitante, risulta essere un po' spendacciona. Tuttavia sono solo degli esempi, poiché Pescara spende molto più di altri Comuni più grandi, come quello di Livorno, di Reggio Calabria, di Taranto, di Rimini, solo per citarne alcuni.
Si dirà che non è questo, il numero degli abitanti, il metro di valutazione per giudicare se la spesa pubblica sia sta congrua o no. Però, qualche dato curioso viene fuori dal sito Internet della Thefool, che altro non è che il risultato di precedenti lavori avviati dal giornalista esperto di start up innovative Riccardo Luna, e di Giovanni Menduni, come ha ricordato il Corriere della Sera qualche giorno fa, docente del Politecnico di Milano, che partendo dai dati del Siope (il sistema informativo operazioni enti pubblici), ha poi dato il via al sito soldi pubblici.gov.it, per arrivare infine al portale da cui si accede a soldipubblici.thefool.it, ossia soldipubblici.mgpf.it.
Intanto, le prime tre voci che occupano il podio delle spese più rilevanti effettuate l’anno scorso dal Comune di Pescara risultano essere il rimborso di anticipazione di cassa, cioè quel prestito che a breve termine va restituito a mano a mano che le entrate dell’ente vengono riscosse, pari a quasi 82 milioni (81.971.889,42 euro), poi i contratti di servizio per lo smaltimento dei rifiuti, che arrivano a 35.085.279,35 euro e, infine, le competenze fisse per il personale assunto a tempo indeterminato, per il quale il Comune di Pescara ha speso nel 2014 19.708.165,77 euro.
Poca o tanta, la spesa complessiva, che sfiora i 241 milioni? Difficile dirlo, ma qualche curiosità dalle diverse voci che appaiono nel bilancio pescarese balza fuori, se si dà un'occhiata all’elenco pubblicato dal sito Internet milanese. Per dirne una, non si capisce perché, per pagare i costi della politica, dunque le indennità di sindaco, assessori, consiglieri e via dicendo, ogni cittadino pescarese deve mettersi le mani in tasca e poggiare sul tavolo quasi dieci euro, nove euro e 61, visto che la spesa complessiva l’anno scorso è stata di 1.194.897 euro e passa, mentre un romano spende invece due euro, un milanese tre, un napoletano cinque e un palermitano sei. Ovvio, più una comunità è piccola, più lo stesso servizio costa: ma insomma, con queste cifre, appare evidente che un politico pescarese «vale» molto di più di un suo omologo romano. Anche il capitolo dei rifiuti è emblematico: a Pescara ogni cittadino spende per lo smaltimento dell’immondizia quasi 300 euro.
Quasi come un veneziano, che ne spende 318, che ha più di 259mila abitanti, i quali però triplicano con i turisti. Al contrario, è bassa la spesa per i trasporti: tanto per dare una misura, a Pescara si spendono per bus e altro 6,64 euro a persona, mentre a Milano 621 (la qualità c'entra qualcosa?).
Altre voci dicono poi che quasi cinquemila euro (4.766,18) sono stati tirati fuori per le piante; per le utenze e canoni per energia elettrica, 3.615.243,17 euro; per le utenze e canoni per il riscaldamento, 1.667.442,2; per le mense scolastiche, 1.620.418,92; per le utenze canoni per telefonia e reti di trasmissione, 561.332,79; per i buoni pasto e mensa per il personale, 436.106,74; per le organizzazioni di manifestazioni e convegni, 397.103,01; per le spese postali, 355.677,02; per incarichi professionali, 352.503,67; incarichi professionali esterni, 222.855; per carta, cancelleria e stampati, 145.099,01; per assistenza informatica e manutenzione software, 74.432,75; per equipaggiamento e vestiario, 53.041,08; e per pubblicazioni, giornali e riviste, 23.440,13.
Resta una curiosità finale: Pescara è la città che in Italia ha speso di più per opere relative alla sistemazione del suolo, con 11.428.189,84 euro impiegati l’anno scorso.
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