Pescara, corteo di protesta: «Le nostre case depredate dagli sciacalli» / Video
Gli sfrattati di Rancitelli scendono in strada: «Hanno spaccato le porte e rubato computer, abiti, termosifoni, caldaie e finestre»
PESCARA. Gli appartamenti degli sfollati di via Lago di Borgiano violati dagli sciacalli. Che hanno rotto i sigilli alle porte e rubato di tutto: dagli abiti negli armadi ai termosifoni. Il paradosso è che gli sfrattati, proprietari e affittuari, ospiti degli alberghi della città (Holiday, Petit Royal e motel Amico) dopo l'evacuazione (il 4 luglio scorso) per ragioni di sicurezza delle palazzine ai civici 14, 18 e 22, non possono più far rientro nelle loro abitazioni dove ancora si trovano le loro cose, perché nel frattempo hanno dovuto restituire le chiavi di casa all'Ater.
E chiedono di poter entrare negli appartamenti, attualmente occupati dagli abusivi, perché negli hotel non vogliono più stare e in molti hanno rifiutato gli alloggi offerti da Comune e Ater. E' quanto hanno denunciato un centinaio di inquilini sfrattati che ieri mattina al grido di «pagliacci, i nostri diritti violati» e altri epiteti irripetibili, dalle 11 hanno sfilato in corteo per le vie della città, dal quartiere Rancitelli fin sotto gli uffici della prefettura in piazza Italia, scortati dalla polizia.
Ad appoggiare la protesta di mamme con bambini, disabili in carrozzella e famiglie rom con 9 figli, striscioni e bandiere rosse, Giuseppe Carminelli del Sunia, il Sindacato inquilini; il consigliere comunale Massimiliano Pignoli e l'avvocato Melania Navelli che rappresenta gli interessi di una ventina di famiglie. L'appuntamento con il vicario prefettizio Carlo Torlontano era fissato per le 12,40, ma la delegazione composta da Pignoli e Navelli (assente Carminelli, andato via «per protesta» alle 13.20) e sei inquilini, ha dovuto attendere sotto il sole cocente fino alle 13.41 prima di essere ricevuta. Dieci le osservazioni sottoposte all'attenzione del vicario prefettizio (tra cui il contrasto allo sciacallaggio, la mappatura delle case vuote, i costi dei futuri traslochi e utenze, la chiarezza sui fondi per la sistemazione autonoma) che ha concluso l'incontro, più di due ore dopo (nel frattempo la folla di manifestanti si diradava fino a scomparire) «con l'annuncio», riferisce Pignoli, «della convocazione a breve di un tavolo tecnico con il sindaco Marco Alessandrini e gli amministratori per fare il punto sulle criticità dell'emergenza». «Mentre noi stiamo in albergo, gli sciacalli stanno saccheggiando le nostre case», attaccano Lorena D'Incecco, Francesco Di Virgilio (ospite della nipote mentre la madre invalida 96enne si trova a casa di una sorella a Vasto) Gabriella Dell'Elce, sono entrati spaccando le porte e rompendo i sigilli e hanno rubato di tutto: vestiti, computer, porte, finestre, termosifoni, mobili e caldaie. Mentre noi non possiamo neppure entrare per recuperare le cose rimaste perché abbiamo dovuto riconsegnare le chiavi di casa all'Ater».
«Ci stanno proponendo di andare a Miglianico, Pianella, Spoltore, Teramo, ma le case popolari a Pescara ci sono, cacciassero gli abusivi», protestano Lina Di Monte, Ada Mambella in carozzella e la nipote Erica Giorgi. «O ci danno un alloggio o sfondiamo le nostre case», è il grido di rabbia di Giovina Bolognese che troppe volte in questi giorni si è dovuta separare dal figlioletto di tre anni, affidato alla madre. Floriana Di Girolamo lamenta che «mi hanno dato un alloggio al terzo piano e senza ascensore in via Cesano che ho rifiutato perché mio marito Elio Canale fa la chemio e non ce la fa a salire le scale».
Alloggio rifiutato anche dalla italo- marocchina Chbali Abdellah «perché siamo troppi dieci persone in due sole camerette».
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