Pescara: doppia evasione dal carcere, ritrovati i due detenuti / VIDEO E AGGIORNAMENTI
E' terminata la fuga dei due romeni che questa mattina hanno scavalcato il doppio muro di cinta come aveva fatto l'egiziano un mese fa. La denuncia dei sindacati di polizia penitenziaria
PESCARA. E' terminata la fuga dei due detenuti protagonisti questa mattina della doppia evasione dal carcere San Donato di Pescara. La polizia ha ritrovato i due romeni. Secondo quanto fin qui emerso, i due sono stati trovati nelle aree incolte vicino al cercere, tra la Tiburtina e il quartiere San Donato. A riprenderli sono stati gli agenti di squadra volante e squadra mobile.
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Questa mattina i due erano riusciti a fuggire scavalcando il muro di cinta nelle stesso punto in cui era evaso il detenuto egiziano un mese fa (poi ritrovato).
I due hanno a 25 e 22 anni. I loro nomi: Denis Stranueanu Costel e Florin Covaciu. La fuga, secondo quanto finora emerso, è avvenuta attorno alle 9. I detenuti romeni erano riusciti a scavalcare il doppio muro di recinzione che dà su via Alento, durante l'ora del passeggio. Il personale in servizio aveva fatto subito scattare l'allarme. Ma ai due è bastato pochissimo - qualcuno dice quatro minuti altri dicono un minuto e mezzo - per raggiungere la strada. Per tutta la giornata le forze dell'ordine sono state impegnate nelle ricerche, in azione anche l'elicottero della polizia.
L'evasione precedente risale all'11 luglio, quando il giovane egiziano era stato rintracciato dopo otto giorni dalla polizia, in Puglia.
LE REAZIONI. Nicola Di Felice dell'Osapp ribadisce il malcontento nei confronti dell'amministrazione penitenziaria che "non fa nulla per la carenza di personale della polizia penitenziaria nella casa circondariale di Pescara e si è limitata a stanziare dei fondi che forse tra qualche anno daranno i propri frutti", dice il sindacalista. "Al momento la carenza di personale è talmente alta che non si riesce a garantire il minimo di sicurezza che una città come Pescara merita". Dall'Osapp parte la richiesta di una indagine amministrativa sulla dirigenza, per accertare fatti e responsabilità e poi adottare eventuali provvedimenti di allontanamento.
I sindacati della polizia penitenziaria mettono in evidenza come negli ultimi mesi il numero dei detenuti sia salito a 310 unità. E come invece il personale in servizio sia composto da 120 agenti (tolti quelli in malattia, gli effettivi sono 111).
Sabino Petrongolo dell'Uspp ricorda che gli allarmi del sindacato sono stati lanciati ripetutamente, sul carcere di Pescara e sulle sue carenze: limiti strutturali che anche i detenuti conoscono, per cui ne approfittano, si passano la voce, e il risultato sono le fughe ripetute nel tempo: "E' assurdo che alla quarta evasione nessuno si preoccupi di intervenire affinché non accada più. La nostra protesta è cominciata nel 2019 e sapevamo che saremmo arrivati a questo punto, ma non siamo stati ascoltati. Il personale è demotivato e teme di vedersi addossate le responsabilità di ciò che accade, anche laddove non sussistono".
Giuseppe Merola, coordinatore regionale Fp Cgil Abruzzo Molise - Giustizia, in una nota chiede "l'immediato accertamento di responsabilità e l'avvicendamento dei vertici del carcere con la rimozione della direttrice e del comandante di reparto". "È aberrante e paradossale - continua il sindacalista - quanto sta accadendo presso la struttura penitenziaria pescarese, con serie compromissioni dell'ordine e della sicurezza anche per la collettività pubblica. Come organizzazione sindacale abbiamo più volte denunciato diverse precarietà emergenziali, di natura strutturale ed organizzativa, coinvolgendo organi istituzionali governativi. Ora è arrivato il momento di dire basta. La situazione è al capolinea e siamo preoccupati per continue reiterazione ed alterazioni. Lavoratori e popolazione detenuta - da troppo tempo - vivono in condizioni di reale disagio e non si può far finta di niente".
Alessandro Luciani, vice segretario regionale del Sinappe, si unisce alla Cgil nel chiedere la rimozione immediata della direttrice del carcere e della comandante della polizia penitenziaria: "Da tempo rilanciamo sempre gli stessi allarmi, siamo stanchi. Ora la soluzione può essere solo questa".
Il segretario generale regionale Uilpa polizia penitenziaria Ruggero di Giovanni: "Sono anni che lamentiamo le carenze strutturali, di personale e la totale inadeguatezza della gestione nel carcere di Pescara, inutilmente... Siamo sicuri che anche stavolta le colpe saranno cercate esclusivamente tra le fila della polizia penitenziaria pescarese, ma noi sappiamo benissimo che le colpe sono da cercare più in alto. Carenza di personale insostenibile, ( mancano all'appello oltre 50 unità) abuso nel ricorso allo straordinario, accorpamenti dei posti di servizio sistematici e senza alcun confronto sindacale hanno portato alla rovina del carcere pescarese. Auspichiamo, di nuovo, una verifica ispettiva approfondita dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che porti alla luce le reali responsabilità".
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