Pescara, gli pignorano lo stipendio per la tassa pagata da 3 anni
Il calvario di un dipendente dell’Arpa che ora vuole denunciare Comune e Soget: "Sono stufo di fare file per dimostrare che ho saldato tutto. Mi hanno umiliato"
PESCARA. Ha pagato tutto, ha saldato il suo debito da un pezzo, eppure non riesce a liberarsi dalla Soget che due giorni fa gli ha pignorato una parte dello stipendio. Marino Canale, 52 anni, dipendente dell'Arpa, non ne può più, è davvero «stufo» delle vicissitudini che lo vedono protagonista ormai da tre anni per un tributo già pagato. Si sente allo stesso tempo «adirato e umiliato» per quello che gli è accaduto e gli sta accadendo ancora oggi. Adesso non intende sopportare più nulla e annuncia che si rivolgerà a un avvocato per «avere giustizia».
Il suo caso nasce nel 2012, il 6 febbraio, quando riceve dal Comune l’avviso di pagamento per un importo di 217 euro per la Tarsu relativa alle annualità tra il 2007 e il 2011. «Sapevo che mi sarei trovato in una situazione del genere perché nel 2007 ho cambiato casa e quando ho occupato il nuovo appartamento con la mia famiglia c’erano ancora dei lavori da ultimare nella bifamiliare dove ci siamo trasferiti per cui la metratura presunta dichiarata inizialmente non coincideva con quella definitiva, emersa solo in un secondo momento. Ho chiesto e ottenuto dal settore Tributi del Comune di Pescara la rateizzazione e ho pagato le quattro rate, finendo di versare tutto il 30 giugno 2012». Pensava che la vicenda si chiudesse lì e invece a settembre 2013 ha scoperto che non era così. «Dalla Soget mi hanno recapitato una richiesta di pagamento di 445 euro, sempre per la Tarsu 2007-2011, e nel momento in cui ho fatto notare che avevo già saldato tutto mi hanno invitato a rivolgermi al Comune (servizio Tares). Quindi ho presentato a Palazzo di città una richiesta di annullamento dell’ingiunzione di pagamento, facendo notare di aver versato il dovuto».
È passato un altro anno e il problema si è presentato tale e quale. «Il 20 ottobre 2014 - prosegue Canale - ho ricevuto una cartella dalla Soget di 415,66 euro e ho risposto inviando via fax tutta la documentazione sugli avvenuti pagamenti ma non ho mai ottenuto risposta». L'illusione di aver chiuso quel capitolo è svanita mercoledì quando Canale ha ricevuto l'atto di pignoramento dello stipendio per un importo di 481 euro, quasi un terzo dello stipendio. Insomma è come se non avesse pagato neppure un centesimo di quei 217 euro inizialmente dovuti, che poi sono lievitati fino a 481 euro. Proprio su questo punto emerge una grande confusione che ha il sapore della beffa. «Nonostante abbia più volte dimostrato di essere in regola, mia moglie ha chiesto chiarimenti sul pignoramento direttamente negli uffici della Soget» e sarebbe stato logico che qualcuno contestasse la presunta morosità. Invece la società di riscossione « ha rilasciato le quietanze che dimostrano gli avvenuti pagamenti aggiungendo che dev’essere il Comune ad interrompere la procedere. Quindi - aggiunge Canale sconsolato - dovrei tornare di nuovo in Comune e cercare di bloccare tutto, ma non lo farò. Sono davvero stufo, da tre anni mi tocca fare file per dimostrare quello che non dovrei essere io a dimostrare, cioè che sono in regola. Ho fatto il mio dovere ma a loro non interessa per cui mi rivolgerò a un avvocato per rivalermi nei confronti di chi ha prodotto questi documenti», e indica il fascicoletto che è stato costretto a creare con il passare del tempo nel tentativo di tutelarsi. «È evidente - dice - che ci sono persone incompetenti che sono coperte dall'ombrello del Comune e della Soget e chiederò che mi vengano riconosciuti e corrisposti i danni morali e materiali. Oltre a dover rinunciare ingiustamente a un terzo dello stipendio sono stato umiliato sul posto di lavoro, dopo trent’anni di servizio nella stessa azienda. Mi auguro che chi si trova nella mia situazione faccia lo stesso e segua le vie legali perché non è giusto che ci sia qualcuno che dispone delle nostre vite in questo modo».
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