Pescara, l'ultimo "dono" della scienziata morta all'improvviso
Rientra la salma di Stefania Spanò, 47 anni, dopo l'espianto degli organi che ha regalato la speranza a sei persone. E la famiglia avvia una raccolta fondi per finanziare una borsa di studio destinata a neo laureati
PESCARA. Una figlia di dieci anni, un marito con il quale condivideva l’impegno e la passione per la ricerca e una brillante carriera che proprio adesso le stava regalando i suoi frutti più belli, professore ordinario e co-direttore del programma di Microbiologia e immunologia all’università di Aberdeen, in Scozia. Stefania Spanò, scienziata pescarese di 47 anni, è morta all’improvviso, in Scozia, a causa di un aneurisma cerebrale che l’ha colpita alla fine di un simposio sul programma di ricerca da lei avviato (con il quale aveva ottenuto il prestigioso finanziamento europeo Erc), nel centro universitario fondato e diretto dalla stessa Stefania per lo studio dei batteri e della loro interazione con l’uomo.
A distanza di tre settimane dalla tragedia, è atteso per oggi il rientro a Pescara della salma, dopo l’espianto di organi che, come avrebbe voluto Stefania, ha regalato la speranza a sei persone. Tutti coloro che intendono darle l’ultimo saluto e stringersi al marito Massimiliano Baldassarre, alla piccola Isabella, ai fratelli Mirella e Fabio e ai genitori Aldo Spanò e Anna Massarella, ex insegnante al liceo classico d’Annunzio dove Stefania si era diplomata, possono ritrovarsi alle 15 di mercoledì nell’auditorium Petruzzi del museo delle Genti nel corso di una cerimonia laica.
Ma per chi vuole contribuire a mantenere vivi, nel nome di Stefania, il suo l’impegno per la ricerca, la famiglia ha avviato una raccolta fondi per finanziare una borsa di studio destinata a neo laureati, per offrire loro occasioni di crescita come quelle conseguite da Stefania: diplomata al liceo classico D’Annunzio, una laurea in biologia, il fortunato dottorato al Mario Negri sud di Santa Maria Imbaro, la Yale university negli Stati Uniti (dove in nove anni ha focalizzato i suoi studi sul batterio della febbre tifoidea) e infine, sei anni fa, Aberdeen, in Scozia. Donazioni alla Fondazione abruzzese per le Scienze della Vita.