Pescara, la preside blocca l’occupazione del liceo Classico
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Braccio di ferro con gli studenti rimasti fuori dalla scuola: «Siamo stati costretti a riunirci nel parco di Villa De Riseis»
PESCARA. Continua il braccio di ferro tra gli studenti del liceo classico D'Annunzio e la preside Donatella D'amico. Ieri pomeriggio, dopo una mattinata trascorsa all'aperto nel cortile dell'istituto di via Venezia dove si sono svolte assemblee e gruppi di lavoro, gli studenti hanno deciso di occupare le aule scolastiche nel pomeriggio, ma la preside si è opposta: se entrate, vi denuncio ai carabinieri e avverto le vostre famiglie.
Prima che la situazione precipitasse, però, la dirigente scolastica aveva convocato in mattinata una rappresentanza di studenti e aveva proposto una mediazione: «Vi vengo incontro, voi mi chiedete tempo e spazio, io vi autorizzo ad entrare a scuola oggi (ieri) e vi concedo le aule, che tratterete col massimo rispetto, anche fino al pomeriggio di domenica. Alle venti, però, dovete uscire insieme ai bidelli che inseriscono gli allarmi. Mi hanno risposto: ci pensiamo. Sono tornati dopo una mezz'ora e mi hanno detto: occupiamo, è nei nostri diritti. A quel punto li ho avvertiti: vi denuncio ai carabinieri e stasera ne parlo con le vostre famiglie». Ieri al D'Annunzio era giorno di colloqui con i professori. In mattinata, era filata liscia la mobilitazione, al terzo giorno di autogestione nel cortile dell'istituto di via Venezia. Giovedì scorso, invece, avevano ricevuto la visita degli agenti della Digos (che hanno fatto un giretto di controllo anche ieri mattina) chiamati dalla preside, perché alcuni ragazzi impedivano l'accesso a scuola ai compagni e lunedì si tornerà a fare lezione regolarmente.
Il messaggio degli studenti alla dirigente scolastica, in mattinata era: «Nessuna posizione aggressiva nei suoi confronti, vogliamo solo che siano rispettate le nostre idee». Ieri, dunque, anche il secondo giorno di presidio si è svolto all’aperto, tra i cantieri dei campetti sportivi dove gli operai stanno ultimando i lavori di rifacimento delle strutture. Mattia Crisante, uno dei rappresentanti del Collettivo studentesco, 18 anni, di Pescara, racconta la giornata di mobilitazione che ha coinvolto 300 studenti (secondo la preside solo poche decine) su oltre 800: «150 sono assenti, altri 80 sono in gita a Budapest, 250 fanno lezione e noi siamo qui nel cortile, a tenere la nostra assemblea tra gli operai che lavorano». Ma non hanno perso tempo. «Abbiamo creato dei gruppi di confronto e studio sulla legge per il diritto allo studio del 1978 che intendiamo rinnovare, stiamo dibattendo su diverse tematiche che vogliamo portare, il prossimo 15 dicembre, all'attenzione dell’assessore regionale Marinella Sclocco, alla quale abbiamo chiesto di riceverci».
Tre giorni di autogestione vissuti, non nelle aule come gli studenti avrebbero voluto, ma tra il cortile della scuola e il parco di Villa De Riseis: «Non avremmo mai strutturato il presidio in questo modo, ma siamo stati costretti dalle circostanze. Non potendo rientrare a scuola perché la preside ci ha chiuso fuori, siamo stati costretti a raggiungere il parco dove almeno potevamo utilizzare punti ristoro e toilette». La preside non ha mai impedito l'autogestione, ma ha posto dei paletti: «Assemblea sì, ma con a fianco gli insegnanti perché i ragazzi sono minorenni e sono sotto la mia responsabilità, non posso lasciarli soli. Ho anche proposto l'uso degli ampi corridoi e se vogliono l'istituzionalizzazione di una giornata al mese di autogestione per discutere di argomenti di studio e di attualità». Alla preside gli studenti, hanno replicato: «Crediamo che la legge vada cambiata a dispetto del suo pensiero che sostiene l'inutilità di questo provvedimento».
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