Pescara, le impicca il cagnolino a scopo intimidatorio: condannato a tre anni
L'intrusione nella casa di una donna di Pianella, giovane di origini aquilane giudicato anche per altri reati. La Lega in difesa del cane costituita parte civile: "Soddisfatti, ma occorrono pene più severe contro chi commette atrocità contro gli animali"
PESCARA. Le aveva ucciso il cagnolino a scopo intimidatorio: un messaggio affinché lei non si rivolgesse ai carabinieri e lo denunciasse. Ma quella scena era stata ripresa dalle telecamere. E così, un 29enne di origini aquilane, è stato condannato a tre anni dal tribunale malgrado lo sconto di pena dovuto al rito abbreviato.
Il fatto avvenne a Pianella, nell'agosto scorso, quando il giovane, già agli arresti domiciliari per stalking, evase e fece irruzione nella casa della donna. Poi prese il suo cane, un piccolo cavalier king e lo impiccò alla recinzione esterna dell’abitazione. Un segno di minaccia per far capire alla donna che cosa le fosse successo e quanto era il giovane era disposto a fare se lei lo avesse denunciato ai carabinieri. La donna tuttavia si fece coraggio e, forte del video delle telecamere che avevano ripreso il giovane, si rivolse lo stesso ai militari. La vicenda è approvata ed è stata ripercorsa in tribunale. La condanna di tre anni comprende gli altri reati commessi dall'uomo.
La Lega nazionale per la difesa del cane (Lndc) si è costituita parte civile a seguito dell'uccisione dell'animale e per sostenere i diritti di tutti gli animali. In una nota Lndc Animal Protection fa presente che si era messa subito a disposizione della proprietaria del cagnolino, offrendo il proprio sostegno legale. "Siamo soddisfatti per la sentenza nonostante lo sconto di pena dovuto alla scelta del rito abbreviato", commenta Michele Pezone, legale e responsabile Diritti Animali di Lndc Animal Protection prendendo spunto dal processo per ricordare la petizione nella quale vengono chieste pene più severe e l’arresto per chi compie atrocità sugli animali: "È importante che chi commette reati così gravi capisca l’orrore di cui si è reso responsabile e paghi il suo conto con la società. In questo caso, l’uccisione di un animale ha avuto un minimo di giustizia ma purtroppo non va sempre così, visto che le pene previste dal nostro ordinamento sono ancora troppo lievi". “Siamo stati presenti all’udienza di primo grado e ci siamo costituiti parte civile”, fa sapere Michele Pezone – Legale e Responsabile Diritti Animali di LNDC Animal Protection. “La condanna riguarda non solo l’uccisione del povero cagnolino ma anche altri reati compiuti dall’uomo e c’è stato uno sconto di pena dovuto alla scelta del rito abbreviato, ma siamo comunque ovviamente soddisfatti per questa sentenza. È importante che chi commette reati così gravi capisca l’orrore di cui si è reso responsabile e paghi il suo conto con la società”. In questo caso, l’uccisione di un animale ha avuto un minimo di giustizia ma purtroppo non va sempre così, visto che le pene previste dal nostro ordinamento sono ancora troppo lievi. LNDC a tal proposito ha lanciato una petizione per chiedere di modificare il Codice Penale affinché chi compie atrocità sugli animali venga arrestato e punito in maniera adeguata. (a.mo.)
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