omicidio orlando
Pescara, pasticciere ucciso senza pietà con un tirapugni con lame
Due o tre i colpi che Raffaele Grieco ha inferto con forza al collo di Gianni Orlando, morto poco dopo sotto gli occhi del figlio. L'assassino arrestato otto ore dopo a Pineto. Inutili le denunce dopo anni di liti per i rumori provenienti dal laboratorio e le violenze del vicino di casa: la polizia ne aveva chiesto l'arresto, negato dalla procura
PESCARA. La macchina parcheggiata di traverso, l’assassino che scende e va incontro alla sua vittima: una breve discussione e due, forse tre coltellate al collo con una noccoliera fornita di lama strappano la vita a Giandomenico Orlando, 67 anni di Pescara. Sono le 7 e 45: lo storico pasticciere di via Puccini cade a terra, Giovanni Raffaele Grieco, 41 anni, residente con l'anziana madre proprio sopra la pasticceria di via Puccini, fugge veloce su una Mini Cooper mentre Alessio, uno dei figli del pasticciere, esce dal laboratorio di via Buozzi: corre dal papà, gli tiene la testa, cerca di fermare il sangue e grida disperato. Orlando muore in ospedale intorno alle 9 mentre la caccia a Grieco termina 8 ore dopo. «Sì, sono io quello che cercate», sussurra l’uomo ai carabinieri di Pineto che lo trovano sdraiato su una panchina della pineta. Grieco, caduto in stato confusionale, da quel momento non parla più e viene arrestato dalla Squadra Mobile diretta da Pierfrancesco Muriana. Ora Grieco è rinchiuso nel carcere di Castrogno, a Teramo, e su indicazione del suo avvocato, Paolo Marino, non parla.
L’omicidio perché stanco dei rumori. Patrizia Orlando, la moglie del pasticciere, si chiude nel suo locale con la figlia Francesca e con i parenti. Si dispera e non fa che ripetere: «E’ stata una tragedia annunciata», «lo sapevo», «nessuno ha fatto nulla» perché Grieco, almeno in due occasioni, aveva aggredito il figlio Alessio e, per questo, aveva ricevuto un ammonimento dal questore Paolo Passamonti. E perché? Perché quella pasticceria proprio al piano di sotto della sua casa in via Puccini dava fastidio da sempre a lui e alla sua anziana madre con cui viveva nella casa proprio sopra la scritta “pasticceria Fratelli Orlando”. L'avvocato della famiglia Orlando, Giuseppe Di Girolamo, ha faldoni di carta contro quel vicino di casa che aveva in corso due procedimenti penali per due distinte aggressioni ad Alessio Orlando. E il primo processo sarebbe iniziato tra pochi giorni, il 19 maggio.
Intanto proseguono gli accertamenti della squadra Mobile di Pescara, ed emergono nuovi particolari sulle ruggini tra la famiglia Orlando e quella di Giovanni Grieco, 41 anni da compiere, attualmente rinchiuso nel carcere di Castrogno: nei suoi confronti la polizia, nell'ambito di due procedimenti per precedenti aggressioni, aveva presentato alla Procura cinque informative in cui si ravvisava la necessità di una misura cautelare. Misura che, però, non è mai arrivata. Gli uomini della Mobile stanno continuando ad ascoltare famigliari della vittima e testimoni, anche per capire se vi siano liti o discussioni recenti tra il pasticciere - l'uomo avrebbe sempre avuto un atteggiamento protettivo nei confronti dei famigliari - e il presunto omicida. Episodi che potrebbero aver portato al gesto di ieri che, in base agli elementi in mano agli investigatori, ha l'aria di una spedizione decisa e pianificata. La vicenda giudiziaria tra le due famiglie risale al 2010, quando, per questioni condominiali, ci fu una discussione nella pasticceria, arrivò la polizia e la madre di Grieco, Maria Teresa Colaprete, residente nell'appartamento sopra il locale, fu condannata. Un episodio che il figlio 41enne della donna non ha mai accettato e da cui sono iniziati i problemi: Grieco ce l'aveva con tutta la famiglia Orlando e per due volte ha aggredito il figlio del pasticciere. Due i procedimenti avviati nei suoi confronti, uno per un episodio dell'agosto 2013 e l'altro per un'aggressione del novembre 2014. Nell'ambito di tali procedimenti la polizia ha più volte richiesto misure cautelari, mai accolte. L'unico provvedimento è stato un ammonimento del questore. A conferma dell'indole violenta del 41enne, amante delle arti marziali e delle armi, ci sono anche altre aggressioni, tra cui un altro condomino, a cui ha rotto il setto nasale, una collega di lavoro ed uno straniero a suo dire responsabile di un furto. Per quanto riguarda l'arma del delitto di ieri - un tirapugni munito di lama rinvenuto in un cassonetto della spazzatura in via Carducci, nel centro di Pescara, ancora sporco di sangue - la Polizia scientifica si occuperà di eseguire gli accertamenti e di comparare il Dna. Accertamenti verranno condotti anche sull'auto usata dal 41enne per fuggire, la Mini Cooper abbandonata in via Isonzo. Esami si stanno svolgendo anche sulle tracce di sangue trovate sulle scarpe di Grieco.