Pescara, ponte del Mare ferito: vanno cambiati tre pilastri, la riapertura si allontana
Il verdetto del progettista De Miranda al termine del secondo sopralluogo. Tra due giorni la relazione definitiva
PESCARA. La preoccupazione sussurrata sottovoce nelle ore successive all’incidente è stata confermata dal progettista Mario De Miranda. Tre pilastri interni del Ponte del Mare non hanno retto all’urto contro la gru della draga Cobra e dovranno essere sostituiti. La conferma è arrivata ieri mattina, al termine del secondo sopralluogo sul cavalcavia ciclopedonale che dal 2009 collega le riviere nord e sud della città. L’ipotesi di una riapertura imminente dell’infrastruttura, già prima dell’Ironman, sembrerebbe quindi allontanarsi.
Prima di togliere le transenne e restituire a turisti e residenti l’avveniristico ponte che è divenuto il simbolo del capoluogo adriatico, occorrerà sostituire i tre assi deformati. Come confermano Armando Foschi, presidente della commissione Lavori pubblici e Massimo Pastore, a capo della commissione Grandi infrastrutture, entrambi membri della task force costituita dal sindaco Luigi Albore Mascia per seguire passo dopo passo le operazioni di verifica dopo il violento impatto contro il braccio meccanico della gru, il verdetto del professore e del suo staff tecnico dovrà essere confermato nelle prossime 48 ore. Tutte le misurazioni raccolte ieri mattina, infatti, dovranno essere rielaborate nello studio di Milano, attraverso simulazioni al computer. E i rilievi topografici saranno comparati ai dati precedenti all'urto.
I danni causati dalla draga Cobra sono evidenti: al centro della rampa ciclabile, la prima ad essere colpita dalla gru, un asse diagonale è stato deformato. La crepa già evidenziata lungo la pista rossa, invece, si è fermata al livello dell’asfalto, non andando a intaccare il massetto. Sul percorso riservato ai pedoni, quello che ha subito l’effetto molla della gru pochi attimi prima di crollare sulla stiva dell’imbarcazione, sono stati trovati due puntoni rotti. Il sopralluogo è andato avanti per più di due ore. De Miranda e la sua squadra di quattro collaboratori sono entrati nel ventre del Ponte del Mare, partendo dai varchi aperti nel sottopancia. Hanno percorso a piedi ogni centimetro della struttura in cemento e acciaio e hanno misurato ogni singolo asse e diagonale. «A prima vista», commentano Foschi e Pastore, «il danno sarebbe di lieve entità. Ora dovremo attendere la relazione del professore. Ma a questo punto la soluzione cautelativa più immediata e risolutiva potrebbe essere quella di procedere con l'immediata sostituzione dei tre elementi deformati. Una soluzione solo cautelativa, ma che sicuramente, ripristinando le condizioni iniziali del ponte, ci garantirebbe la riapertura al pubblico dell'asse».
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