Truffa un’anziana di 91 anni, bloccata dal figlio mentre fugge: il giudice le raddoppia la pena

Il caso a Pescara. Il pm aveva chiesto 2 anni e dieci mesi per Amalia Spinelli, il giudice le infligge 5 anni
PESCARA. Viene condannata a 5 anni, un mese e 10 giorni di reclusione per furto aggravato in abitazione, nonostante il pm avesse chiesto la condanna a 2 anni e 10 mesi. Amelia Spinelli, 58 anni, difesa dall’avvocato Emanuele Calista, è stata giudicata ieri davanti al gup Francesco Marino con il rito abbreviato che prevede, peraltro, la riduzione di un terzo della pena, per uno dei tanti episodi che ormai sempre più spesso vedono vittime anziani raggirati e derubati in casa. E anche questa volta il clichè è stato lo stesso.
La vittima, 91 anni, mentre rientra nel portone di casa, viene affiancata da una donna che prende l'ascensore con lei e si ferma davanti alla porta d’ingresso dell’anziana, «dicendole falsamente di essere un’amica della figlia (della quale fa anche il nome, segno che erano state assunte anche informazioni sulla vittima di turno ndr) e di volerle fare un massaggio alle spalle, così distraendola», si legge nell'imputazione stilata dal pm Andrea Papalia, «e inducendola a sedersi su una sedia in cucina».
L’anziana, ignara di tutto e confortata dal fatto che quella donna era amica della nipote, non si rende conto che intanto nell’appartamento si era introdotto anche il complice della Spinelli (rimasto ancora sconosciuto) che si intrufolava nelle altre stanze per rovistare e cercare soldi e preziosi.
Nel frattempo, l’imputata slaccia la catenina dal collo dell’anziana e inizia a massaggiarla, fino a quando all’improvviso nell’abitazione entra il figlio della vittima che subito si insospettisce e comincia ad incalzare la donna con una serie di domande: chi è, cosa sta facendo dentro casa loro, cosa vuole. E mentre Spinelli cerca di imbastire una qualsiasi spiegazione, alle spalle del figlio della vittima sgattaiola fuori il complice che si assicura la fuga. L’imputata cerca a sua volta di allontanarsi, ma il figlio della vittima la rincorre per le scale, attirando l’attenzione di altri condomini che escono dai rispettivi appartamenti e spalleggiano il derubato impedendo alla donna di abbandonare la palazzina.
Intanto viene allertata una volante che, sul posto, raccoglie tutte le dichiarazioni facendo scattare il fermo della donna che risulterà piena di precedenti specifici. Gli stessi forse di cui ha tenuto conto il giudice che ha praticamente raddoppiato la pena richiesta dalla pm Giuliana Rana.
All’imputata era stata contestata anche la violazione della misura di prevenzione che la costringeva a restare confinata nel suo comune di residenza (Cappelle sul Tavo), mentre era andata a mettere a segno un colpo a Pescara.