Pescara, ragazzino down multato sull’autobus
Il controllore lo spaventa, lui non mostra il biglietto e viene trascinato a scuola sotto choc
PESCARA. Questa è una storia di ordinaria arroganza. La storia di un bambino down che sale sull’autobus che lo porta a scuola e incrocia un controllore troppo solerte: un uomo che, pensando che il ragazzino sia senza biglietto, lo accompagna a scuola, si fa dare nome e cognome e lo multa. Solo che Francesco la tessera ce l'ha. Ma è così spaventato da non avere il coraggio di mostrarla.
È una storia che si preferirebbe non raccontare, perché il protagonista ha 14 anni, è disabile, e la vita l’ha privato di ogni difesa. Tanto che, nonostante la scena avvenga alla presenza di testimoni, all’arrivo della mamma lui non sa o non vuole neppure spiegare cosa è accaduto: «Non lo fa mai» dice la signora, «penso che abbia paura che alle persone di cui parla possa succedere magari qualcosa di male».
Sono le 7.45 di ieri. Come ogni mattina, Francesco (il nome è di fantasia) sale sull’autobus della Gtm, un mezzo della linea 38 bis che parte da Cappelle diretto a Pescara per trasportare gli studenti pendolari. È un ragazzino autonomo: viene accompagnato alla fermata, su corso Umberto, poi sa dove scendere, di fronte a scuola.
Ma stavolta incontra il controllore. Francesco ha diritto all'esenzione e ha una tessera rilasciata dal comune di Montesilvano che lo certifica. Ma di fronte all’uomo in divisa si spaventa, e il tesserino rimane dentro la cartella. Il controllore, però, è deciso ad andare fino in fondo. Scende con Francesco alla sua fermata, entra con lui a scuola e si dirige verso la segreteria. Qui, secondo il racconto dei testimoni, l’uomo non cede neppure davanti agli insegnanti che gli assicurano che il ragazzo la tessera, da qualche parte, ce l’ha. Si fa dare nome e cognome e consegna la multa di 40 euro.
Poco dopo, la mamma di Francesco, chiamata dai dirigenti scolastici, corre a consolare il figlio: «Mi hanno detto che era spaventatissimo, di fronte a queste cose non sa reagire» racconta. La signora sa che la tessera è nella cartella: la prende e va all'ufficio contravvenzioni della Gtm, in via Aterno, con in mano il titolo di viaggio.
«La multa è stata annullata» dice, «ma non sono i soldi che mi interessano, è il comportamento che il controllore ha avuto con mio figlio, che è vergognoso, e che hanno visto almeno in quattro: due addette della segreteria, la vice preside e un bidello. Il reclamo? Mi hanno detto di farlo via Internet...».
Non è la prima volta, purtroppo, che Francesco subisce un’offesa. «Quando andava alle medie, un bidello gli diede un calcio perché lui gli aveva fatto uno scherzo e gli fece battere la schiena a terra» ricorda. «Denunciai, ma nonostante le testimonianze dei compagni, che avevano visto, la faccenda è stata archiviata». (m.r.t.)
È una storia che si preferirebbe non raccontare, perché il protagonista ha 14 anni, è disabile, e la vita l’ha privato di ogni difesa. Tanto che, nonostante la scena avvenga alla presenza di testimoni, all’arrivo della mamma lui non sa o non vuole neppure spiegare cosa è accaduto: «Non lo fa mai» dice la signora, «penso che abbia paura che alle persone di cui parla possa succedere magari qualcosa di male».
Sono le 7.45 di ieri. Come ogni mattina, Francesco (il nome è di fantasia) sale sull’autobus della Gtm, un mezzo della linea 38 bis che parte da Cappelle diretto a Pescara per trasportare gli studenti pendolari. È un ragazzino autonomo: viene accompagnato alla fermata, su corso Umberto, poi sa dove scendere, di fronte a scuola.
Ma stavolta incontra il controllore. Francesco ha diritto all'esenzione e ha una tessera rilasciata dal comune di Montesilvano che lo certifica. Ma di fronte all’uomo in divisa si spaventa, e il tesserino rimane dentro la cartella. Il controllore, però, è deciso ad andare fino in fondo. Scende con Francesco alla sua fermata, entra con lui a scuola e si dirige verso la segreteria. Qui, secondo il racconto dei testimoni, l’uomo non cede neppure davanti agli insegnanti che gli assicurano che il ragazzo la tessera, da qualche parte, ce l’ha. Si fa dare nome e cognome e consegna la multa di 40 euro.
Poco dopo, la mamma di Francesco, chiamata dai dirigenti scolastici, corre a consolare il figlio: «Mi hanno detto che era spaventatissimo, di fronte a queste cose non sa reagire» racconta. La signora sa che la tessera è nella cartella: la prende e va all'ufficio contravvenzioni della Gtm, in via Aterno, con in mano il titolo di viaggio.
«La multa è stata annullata» dice, «ma non sono i soldi che mi interessano, è il comportamento che il controllore ha avuto con mio figlio, che è vergognoso, e che hanno visto almeno in quattro: due addette della segreteria, la vice preside e un bidello. Il reclamo? Mi hanno detto di farlo via Internet...».
Non è la prima volta, purtroppo, che Francesco subisce un’offesa. «Quando andava alle medie, un bidello gli diede un calcio perché lui gli aveva fatto uno scherzo e gli fece battere la schiena a terra» ricorda. «Denunciai, ma nonostante le testimonianze dei compagni, che avevano visto, la faccenda è stata archiviata». (m.r.t.)