Pista ciclabile in via Moro A rischio i posti di lavoro
Due aziende temono gravi ripercussioni con gli espropri per realizzare l’opera La ditta di trasporti Soget critica il progetto e chiede lo spostamento del tracciato
PESCARA. Se si andrà avanti con il progetto della pista ciclabile su via Aldo Moro, a rischiare di farne le spese saranno due aziende che si trovano lungo il percorso, i cui terreni verrebbero in parte espropriati con conseguente rischio di perdita di posti di lavoro. A segnalare la situazione è Gabriele Liberatore, dirigente della So.Ge.T (Società gestione trasporti) di via Fosso Cavone interessata dall'eventuale esproprio.
«Premesso che la Soget ha una squadra amatoriale di ciclisti e non è contraria alle piste ciclabili», dice il dirigente, «accanto a noi ci sono terreni agricoli per poterla far passare senza problemi. Noi contestiamo l'antieconomicità dell’opera che l'ente intende realizzare. In caso di esproprio, il Comune dovrà indennizzare noi e l'officina Va.Ma.R, mentre sui terreni agricoli l'opera costerebbe poco e soprattutto salverebbe cinquanta lavoratori. Ora speriamo che prevalga il buon senso e che i consiglieri comunali, visto che il piano particolareggiato è stato votato all'unaninimità, propongano di variare il tracciato».
Sul progetto pende un ricorso al Tar di Pescara, che verrà discusso l'8 gennaio prossimo e che, se non dovesse dare ragione alle aziende, determinerebbe una situazione di rischio occupazionale legata al fatto che il percorso ciclabile eliminerebbe parte delle aziende coinvolte.
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