L'INCHIESTA
Ponte Genova, possibile trasmissione degli atti in Abruzzo
L'indagine riguarda presunti report edulcorati. Tra le strutture interessate anche il viadotto Moro della A14, nel territorio comunale di Ortona
GENOVA. La procura di Genova potrebbe trasmettere gli atti ai colleghi competenti per l'inchiesta, a carico di 12 persone, sui presunti certificati edulcorati sulla sicurezza dei viadotti. Tra le strutture finite nel mirino del primo gruppo della guardia di finanza ci sono, oltre al Pecetti, il Sei Luci e il Gargassa in Liguria, anche il Paolillo sulla Napoli-Canosa e il Moro, sulla A14, nel territorio comunale di Ortona (Chieti). I pubblici ministeri genovesi potrebbero nelle prossime settimane inviare la documentazione raccolta ai colleghi di Bari e Pescara o più verosimilmente alla magistratura teatina che è competente per territorio. Secondo quanto si apprende, potrebbero nascere nuove inchieste e, dalle rispettive procure, potrebbero essere chiesti approfondimenti sulle strutture. Aspi, dal canto suo, ha sempre rimarcato come i controlli eseguiti siano stati sempre accurati e approfonditi, anche con l'ausilio di terze società fuori dal gruppo. Questa seconda indagine, che vede indagato il direttore di tronco di Bari, Gianni Marrone, oltre a dirigenti e tecnici di Spea, era nata nei mesi scorsi dall'inchiesta sul crollo del ponte Morandi. Alcuni testimoni, sentiti dagli investigatori, avevano raccontato che i report sullo stato di salute dei viadotti «talvolta erano stati cambiati dopo le riunioni con il supervisore Maurizio Ceneri (ingegnere di Spea, indagato in questo filone dell'inchiesta) mentre in altri casi era stato Ceneri stesso a modificarli senza consultarsi con gli altri».