Foto di gruppo per i premiati

FRANCAVILLA

Premio Russo, 5 reporter al fronte: «Antonio rimarrà per sempre un eroe» 

Assegnati i riconoscimenti per i servizi di guerra. Commozione alla cerimonia in ricordo del giornalista ucciso

FRANCAVILLA. Jacopo Ottenga, Francesco Semprini, Nico Piro, Alfredo Bosco e il riconoscimento alla memoria di Andy Rocchelli. Sono questi i nomi dei cinque giornalisti vincitori della decima edizione del Premio Antonio Russo, il reporter di guerra francavillese ucciso a 40 anni a Tbilisi il 16 ottobre 2000, dove si trovava per raccontare la guerra in Cecenia. Un premio tornato a distanza di dieci anni dall'ultima volta nella cornice di Palazzo Sirena, a Francavilla, fortemente voluto dall'amministrazione comunale, ma anche dalla Regione, presente in sala con il presidente Marco Marsilio e con l'assessore Daniele D'Amario, che hanno premiato alcuni dei vincitori.

Un pomeriggio toccante quello di ieri, nel corso del quale è stata ripercorsa la vita, specie quella professionale, del reporter Russo, cugino del sindaco di Francavilla Luisa, presente in sala insieme al fratello Michele, presidente della Fondazione che porta il nome del giornalista assassinato. Come ricordato dal presentatore dell'evento, il giornalista Rai Paolo Di Giannantonio, Antonio ha iniziato la sua attività di reporter di guerra negli anni Novanta in Serbia, per poi approdare in Kosovo. Questa è stata una delle parentesi più intense della sua vita professionale: fu l'unico giornalista occidentale a non abbandonare Pristina, mescolandosi con la popolazione locale pur di continuare a raccontare le atrocità del conflitto. Riuscì poi a fuggire in Macedonia accodandosi ad un gruppo di profughi. Quindi l'ultima esperienza, quella che gli è costata la vita, in Georgia, dove aveva avuto modo di documentare le torture perpetrate dagli uomini di Vladimir Putin ai danni della gente del posto. Quando si trovava in giro per lavoro non usava gli alberghi messi a disposizione della stampa, ma riusciva spesso a trovare ospitalità tra le persone. Andava a caccia della verità, quella più scomoda, quella degli ultimi, e per questo è stato ucciso, per evitare che foto e video di cui era venuto in possesso potessero essere conosciuti dal mondo, o potessero arrivare al Tribunale dell'Aia, com'era riuscito a fare con alcuni documenti recuperati anni prima.

Particolarmente emozionante è stata la lettera scritta dalla mamma di Antonio, Beatrice, scomparsa nel 2010, letta dall'attrice Lorenza Sorino. Un viaggio dove sono state ripercorse tutte le tappe della sua vita, dalla passione per i libri e per la musica fino alla telefonata arrivata da Radio Radicale, per la quale Antonio lavorava, dove le veniva comunicato il ritrovamento del corpo del figlio. Tanti i volti noti presenti alla Sirena, dai giurati quali i giornalisti Toni Capuozzo, che ha sottolineato come «questo non è un premio per fighette» lasciando intendere quanto sia pericoloso il lavoro di reporter di guerra, ai colleghi Gabriella Simoni, Guido Alferj e Simone Gambacorta. Poi il direttore di Radio Radicale Alessio Falconio e il video messaggio di Fausto Biloslavo.

In mezzo anche il contributo musicale di Setak, che con la chitarra e con la voce ha spezzato il percorso delle premiazioni. In sala anche il direttore artistico Peppe Millanta oltre al presidente del consiglio comunale di Francavilla Francesca Buttari e all'assessore comunale alla cultura Cristina Rapino, che sono salite sul palco per le premiazioni.
Significativo, il messaggio lanciato dal papà di Andy Rocchelli, Rino, che sulla morte del figlio avvenuta in Ucraina nel 2014, quando la guerra esplosa oggi in tutta la sua violenza era solo alle battute iniziali, ha precisato: «Non è vero che non c'è una verità: la verità c'è, quello che manca è la giustizia». Nei saluti finali gli organizzatori hanno voluto dare l'appuntamento al prossimo anno, con l'obiettivo di creare continuità a un premio prestigioso.