Processo antenne 59 residenti chiedono i danni
I cittadini di San Silvestro si costituiscono parte civile ma il dibattimento comincerà solo il 29 novembre
PESCARA. I nodi vengono al pettine a distanza di quattro anni dal sequestro dei ripetitori non a norma e di tre anni dalla conclusione delle indagini.
Il processo per accertare l’eventuale inquinamento elettromagnetico, prodotto da 18 emittenti radio e tv posizionate sul belvedere di San Silvestro, arriva al giro di boa con la costituzione di parte civile di 59 residenti della collinetta pescarese e le associazioni che da anni si battono per ottenere lo spostamento delle antenne. Il dibattimento vero e proprio, inizialmente previsto per la mattinata di ieri, è stato rinviato al 29 novembre con l’udienza fissata alle 12,45 di fronte al giudice Gianluca Falco e ai difensori delle 82 parti offese individuate dalla Procura. Tornano come un boomerang i vent’anni di manifestazioni di piazza, promesse e false speranze vissute dagli abitanti di San Silvestro.
I flashback delle proteste davanti alla chiesa e al cortile della scuola elementare e le rassicurazioni dei politici di destra e sinistra si ripresentano mentre gli avvocati delle varie Mediaset, Mtv Italia, La7, Radio Kiss kiss, Tele A, Rds e Radio radicale sfilano nell’aula di giustizia numero 6 con i loro abiti chiari coperti dalle toghe nere. Accanto, i colleghi del foro di Pescara che difendono a colpi di carte bollate i volti noti del panorama radiotelevisivo locale. Dopo gli scioperi della fame e della sete e lo stralcio della collinetta dal piano nazionale di assegnazione delle frequenze, i cittadini di San Silvestro vivono una doppia beffa. Per la legge quei tralicci risultano illegali, eppure né la Regione né il Comune hanno dato disposizione per rimuovere le antenne. La stessa idea della piattaforma a mare, accreditata persino con i manifesti di 6x3 firmati dal sindaco Luigi Albore Mascia, appare al momento un’ipotesi remota. L’avvocato Guido Tenerella, che difende le ragioni di 45 persone e allo stesso tempo si è costituito parte offesa con le sorelle Alessia e Fabiana (assistite da Luciano Santavenere) dopo la morte dei genitori per tumore, spera in una sentenza favorevole. Nel processo che riprenderà il 29 novembre, è assistito dal legale Paolo Borrelli.
«Dimostrare la correlazione tra salute e campi elettromagnetici creerebbe un precedente», ammette Tenerella, «l’Organizzazione mondiale della sanità ha deliberato la probabilità che l’esposizione prolungata possa ledere gli altri. E c’è anche il precedente della condanna di Radio Vaticana a spegnere le trasmissioni in onde medie e corte».
Il reato contestato ai 18 imputati è il 674 del codice penale, ossia il “getto pericoloso di cose”. In sostanza, la Cassazione ha accomunato l’elettrosmog alla “emissione di gas, vapori o fumi atti a offendere, imbrattare o molestare”, che è prescrivibile in tempi piuttosto brevi.
Secondo l’accusa, invece, il reato sarebbe permanente poiché i limiti di emissione previsti dalla legge _ pari a sei volt per metro _ vengono superati sistematicamente come accertato dai rilievi dell’Arta, gli ultimi effettuati dal 20 al 27 aprile. Il rischio, una volta provato l’elettrosmog, è che si arrivi a risarcimenti milionari per quei cittadini che da anni vivono a due passi dai tralicci. Tra le 59 costituzioni di parte civile figura anche l’associazione Antiantenne San Silvestro Colle, che dal 25 marzo scorso si è trasformata nella onlus No elettrosmog presieduta da Brunella Di Lizio.
Ylenia Gifuni
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