Protesta il settore dei call center contro il “contratto pirata”: «Settore devastato, una giungla senza regole»

3 Febbraio 2025

Manifestazioni anche in Abruzzo, a Sulmona e Pescara, dove i sindacati si sono uniti ai lavoratori del settore per dire no a un contratto che farebbe arricchire le aziende sulla pelle dei dipendenti

Contro paghe da fame e orari estenuanti, contro l’assenza di previdenza e la disgregazione della Clausola Sociale, contro la negazione dei diritti e della sicurezza sul lavoro: sciopera il settore dei call center e con sé porta proteste in tutta Italia. Questa mattina, da parte dei sindacati, degli attivisti e dei lavoratori del settore, manifestazioni di duro dissenso anche in Abruzzo per l'uscita dal contratto nazionale di Assocontact e delle aziende che hanno abbracciato quello che gli stessi sindacati hanno definito «contratto pirata» e che prevede, nelle parole di protesta di questa mattina, «la riduzione dei permessi, una forte spinta alla flessibilità e alla precarietà, nonché aumenti salariali di molto sotto le richieste avanzate dai sindacati confederali». A distanza di circa un anno dall’annuncio dell’uscita dal contratto delle Telecomunicazioni, Assocontact, associazione di categoria, ha infatti comunicato il passaggio delle aziende aderenti al nuovo CCNL sottoscritto con l’associazione sindacale CISAL durante lo scorso dicembre, ma che entrerà in vigore a partire da questo mese.

Negate dai sindacati le potenziali opportunità di un contratto definito, dai suoi sostenitori, “migliorativo”, “innovativo” e “trasformativo”: «sarà migliorativo per le aziende che potranno partecipare alle gare di appalto con un costo del lavoro inferiore, drogando ancora di più un settore devastato dall’assenza di regole, innovativo per quelle committenti che permetteranno l’applicazione di questo nuovo contratto, sottoscritto da parti datoriali e sindacali non rappresentative, e che potranno risparmiare sul costo degli appalti, aumentando ancor di più i propri margini sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori operanti nel settore», si legge nel comunicato diffuso. Il rischio, lamentano i sindacati, è che questo “contratto pirata” arrivi a trasformare il settore dedicato alla assistenza clienti in «una giungla deregolamentata e incentrata sul massimo ribasso, riportando le lancette indietro di dieci anni, e cancellando in un sol colpo le conquiste sindacali sui diritti e sul salario dei lavoratori». A Sulmona, hanno protestato i dipendenti del call center 3G di Sulmona contro la decisione di disdire il contratto delle telecomunicazioni e applicare quello sottoscritto, lo scorso dicembre, da organizzazioni datoriali e sindacali definite «scarsamente rappresentative»; a Pescara, nella protesta contro la Tecnocall, le istanze dei manifestanti sono state ascoltate dal vice-prefetto Gianluca Braga, che ha garantito per loro di attenzionare al ministero il problema sollevato a gran voce proprio nel palazzo della prefettura.