Quei video pagati che nessuno vuole
La denuncia del film-maker: «Cancellerò le tantissime immagini girate sulla messa in sicurezza»
L’AQUILA. «Ci sono migliaia di video nel dopo sisma, ma a nessuno sembra interessare che il progetto vada avanti. Se continua così, cancello tutto». È questa la provocazione lanciata da Sergio Ciarrocca (nella foto), film- maker che, nell’immediato dopo sisma, era stato incaricato prima dalla Protezione civile e poi dal vicecommissario alla ricostruzione, di documentare con video ad alta risoluzione ogni passaggio della messa in sicurezza delle chiese aquilane distrutte dal sisma. «Io e altri quattro ragazzi siamo andati in giro dentro le chiese e i palazzi per documentare i danni e le prime fasi della messa in sicurezza, un lavoro di documentazione enorme che ci ha impegnato per due anni. Lavoro che, tra l’altro, è stato anche pagato con 100mila euro».
«Oggi», prosegue Ciarrocca, «dopo aver speso questa cifra, peraltro particolarmente bassa, sembra che la mole di documentazione raccolta non interessi a nessuno. Per mesi ho chiesto un incontro col soprintendente Magani e ci sono riuscito solo grazie all’intervento del sindaco Massimo Cialente, ma sembra che la Soprintendenza di questa mole di materiale non sappia che farsene. Ho i video di tutte le chiese aquilane dove è intervenuta la Soprintendenza, riprese post-sisma, interviste ai diretti responsabili dei cantieri, riprese in stop-motion che condensano mesi di lavori in pochi secondi di ripresa, rendering dei progetti di messa in sicurezza. Lavoro che rischia di rimanere inutilizzato. Anzi, disperso. Ho girato 39 tera di immagini, che occupano completamente il grande server della ditta (l’Hdna) costringendoci a usare hard disk esterni. Abbiamo presentato dei progetti per poter realizzare almeno dei totem turistici, mettendo a disposizione video con la storia dei monumenti e dei successivi interventi post-sisma. Ma anche quel progetto è stato bocciato dai funzionari regionali». «In passato i video sono serviti anche per delle inchieste, ad esempio quando il Noe aveva denunciato alcune ditte per rimozione abusiva di materiale lapideo salvato dai crolli. Grazie ai video si è scoperto che il materiale era stato salvato. Io detengo i diritti delle riprese, e sono disposto a cederli purché qualcuno ci faccia qualcosa. Altrimenti», è la provocazione, «a fine mese li cancellerò tutti». (r.p.)
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