I PARENTI DELLE VITTIME 

«Quelle parole fanno male come le intercettazioni post-sisma» 

PENNE. «Sono il fratello di Alessandro, maitre dell'hotel Rigopiano, morto sotto la valanga del 18 gennaio scorso. Volevo dirvi che, anche se condivido lo spirito dell'iniziativa (le nostre zone devo...

PENNE. «Sono il fratello di Alessandro, maitre dell'hotel Rigopiano, morto sotto la valanga del 18 gennaio scorso. Volevo dirvi che, anche se condivido lo spirito dell'iniziativa (le nostre zone devo risollevarsi assolutamente), mi trovo costretto a stigmatizzare e condannare la scelta del titolo: lo trovo assolutamente di cattivo gusto, irrispettoso verso chi come me ha subito lutto indicibile, e dimostra una grettezza d'animo e una insensibilità sconfinate». Con queste parole Massimiliano Giancaterino, ex sindaco di Farindola, vicecomandante della polizia locale di Fermo, si è rivolto agli organizzatori del convegno "Dalla calamità una valanga di opportunità", poi annullato. Una scelta di cattivo gusto, quella del titolo del convegno, che ha trovato una condanna unanime da tutti i residenti della zona vestina, che hanno vissuto in presa diretta la tragedia di Rigopiano, e sopratutto da parenti ed amici delle vittime.
«Noi del "Comitato vittime di Rigopiano" ci chiediamo, innanzitutto, come sia stato possibile che un'università abbia dato un titolo di così cattivo gusto ad un convegno, denigrando totalmente il dolore di chi sotto una valanga ha perso tutto. Quale valanga di opportunità possono nascere da un disastro costruito (non una semplice calamità) come quello di Rigopiano?», interroga Gianluca Tanda, presidente del comitato vittime di Rigopiano. «Forse le opportunità che lo Stato avrebbe dovuto offrire ai figli che sono rimasti orfani dei genitori e ai genitori che sono rimasti orfani dei figli? Perché solo adesso tutto questo interesse a parlare di valanghe, perché solo adesso che ci troviamo qui a piangere 29 persone tutti parlano di un problema che in Abruzzo è sempre esistito ma che nessuno si è mai preoccupato di affrontare?», domanda ancora Tanda. «Non servono convegni in cui chi aveva la possibilità di evitare tutto questo può intervenire riempiendosi la bocca di belle parole per lavarsi la coscienza, disinteressandosi completamente di chi sta soffrendo e ridendo in faccia a chi semplicemente gli chiede "perché tutto questo?" Questo titolo - conclude il presidente del comitato vittime di Rigopiano - fa tornare in mente le intercettazioni che seguirono il terremoto dell'Aquila, in cui alcuni imprenditori sorridevano alla notizia del terremoto per i benefici che avrebbero tratto dalla costruzione. Tutto ciò rafforza la nostra convinzione di vivere in uno Stato assente e corrotto. Noi faremo comunque il possibile per fare in modo di boicottare questo convegno».
Francesco Bellante