Rigopiano, dall'inchiesta ne spunta un'altra per peculato
La Procura indaga il sindaco di Farindola e il legale responsabile del resort per l'invio di mezzi sgombraneve a spese del Comune negli anni precedenti alla valanga. La difesa nell'interrogatorio: "L'area ripulita è di proprietà dell'ente"
PESCARA. Uno stralcio dell'inchiesta principale, sul disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola, è stata aperta dal sostituto procuratore Paolo Pompa a carico del sindaco Ilario Lacchetta e del legale responsabile della Gran Sasso Resort Bruno Di Tommaso, con l'accusa di peculato. Dai messaggi whatsapp, risalenti ad un periodo compreso tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015, estrapolati nel corso dell'inchiesta condotta dai carabinieri forestali, sarebbero emerse alcune richieste riguardanti l'invio di mezzi sgombraneve, da parte dell'imprenditore Roberto Del Rosso, deceduto nella tragedia, e di Bruno Di Tommaso, al sindaco Lacchetta, per la pulizia del piazzale del resort. Alle richieste sarebbero seguiti messaggi di ringraziamento che, insieme ai successivi accertamenti compiuti dagli inquirenti, lasciano supporre che i mezzi sgombraneve siano stati effettivamente inviati. I mezzi risulterebbero appartenere alla ditta alla quale sono stati appaltati i servizi per il territorio comunale di Farindola. Lacchetta viene interrogato domani venerdì 8 marzo e Di Tommaso il prossimo lunedì 11 marzo. «L'ipotesi accusatoria è frutto di un equivoco e sarebbe bastato fare sommarie indagini per appurarlo - è il commento del legale di Lacchetta, Cristiana Valentini -. Come già avvenuto in altri contesti, questa difesa si è assunta l'onere delle indagini e durante l'interrogatorio le mettiamo a disposizione».
L'INTERROGATORIO. Il sindaco è stato interrogato, presso la sede del comando provinciale dei carabinieri forestali, assistito dal suo legale Cristiana Valentini. Avrebbe risposto a tutte le domande, sostenendo che l'area al centro delle contestazioni è di proprietà del Comune e che anzi, in più occasioni, fu la proprietà del resort a sostenere le spese per la pulizia di una superficie di proprietà comunale. La difesa di Lacchetta ha inoltre fornito documenti catastali e testimonianze a sostegno della propria versione dei fatti.