La funzionaria (di spalle) durante il blitz in prefettura di Giampaolo Matrone (uno dei sopravvissuti di di Rigopiano) il 2 febbraio scorso

Rigopiano, indagata e interrogata la funzionaria della prefettura / VIDEO

Entra nell'inchiesta anche lei per lesioni colpose in concorso. Nel mirino la telefonata sul mancato allarme. La difesa: "Risposi così perché la notizia del crollo era già stata verificata e risultava infondata". Il video esclusivo del Centro sul blitz in prefettura di uno dei sopravvissuti di Rigopiano

PESCARA. La funzionaria della prefettura che rispose alla prima richiesta di aiuto per l'hotel Rigopiano, entra nell'elenco degli indagati per lesioni colpose in concorso. La donna, Daniela Acquaviva, è stata infatti interrogata su sua richiesta dai carabinieri della Procura che indaga sulla valanga che il 18 gennaio 2017 travolse il resort provocando 29 vittime. Al centro dell'interrogatorio la telefonata allegata ad una informativa dei carabinieri forestali del 30 ottobre scorso. Una conversazione telefonica nella quale un carabiniere chiede alla sala operativa della prefettura notizie sul crollo dell'hotel Rigopiano e, si legge nell'informativa, la funzionaria risponde: "Ma l'Hotel Rigopiano è stato fatto stamattina".

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TRAGEDIA DI RIGOPIANO / VIDEO ESCLUSIVO DEL CENTRO
Il blitz in Prefettura a Pescara di Giampaolo Matrone, il pasticcere di Monterotondo sopravvissuto dopo 70 ore sotto le macerie dell'hotel dove ha perso la moglie Valentina. Il Centro pubblica il video del drammatico confronto del sopravvissuto con la funzionaria che il pomeriggio del 18 gennaio non credette al primo allarme lanciato da Quintino Marcella, il datore di lavoro di Giampiero Parete, scampato per miracolo alla valanga. Matrone, rimasto invalido, chiede spiegazioni di quel comportamento e le scuse della funzionaria che, secondo lui, avrebbe ritardato i soccorsi. (Simona De Leonardis)

Nel corso dell'interrogatorio, durato circa un'ora e mezza, la funzionaria, assistita dagli avvocati Giacomo Di Francesco e Manuel Sciolè, avrebbe sostenuto di aver risposto in quel modo perché il 118 aveva segnalato alla sala operativa della prefettura che la notizia del crollo era già stata verificata e risultava infondata.

La donna è inoltre salita alla ribalta delle cronache perché nella telefonata del ristoratore Quintino Marcella _ che per primo quella sera lanciò l'allarme _ le scappò la frase "la madre degli imbecilli è sempre incinta". Di questo però pare che non si sia parlato nel corso dell'interrogatorio.

L'inchiesta del procuratore capo di Pescara Massimiliano Serpi e del sostituto Andrea Papalia, conta altri 23 indagati, fra i quali l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, e il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta. I reati ipotizzati, vanno, a vario titolo, dal crollo di costruzioni o altri disastri colposi, all'omicidio e lesioni colpose, all'abuso d'ufficio e al falso ideologico, alla rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.

Le indagini dei carabinieri forestali, coordinate dalla Procura, si sono focalizzate sulla mancata realizzazione della Carta di localizzazione del pericolo da valanga; sulle concessioni rilasciate al resort e sulla mancata realizzazione del nuovo Piano regolatore di Farindola; sulla gestione dell'emergenza neve; sul ritardo con cui, solo il 18 gennaio secondo i pm, si è reso operativo il Centro coordinamento soccorsi nella sala operativa provinciale della protezione civile