Ristorante chiude per Covid: 11 positivi
Il titolare di Casamaki, Gianluca Cruciani, unico negativo: è partito tutto da un dipendente vaccinato 4 mesi fa, colpo pesante
PESCARA. Undici dipendenti, su 12, del ristorante Casamaki positivi al Covid, alcuni dei quali con doppia dose di vaccino e muniti di Green pass. Sono tutti in quarantena, compreso il titolare del locale di piazza Salotto, Gianluca Cruciani, non ancora vaccinato, ma risultato negativo al test molecolare.
Il prossimo 16 agosto i lavoratori dovranno ripetere i test. Se risulteranno negativi, potranno tornare in servizio in sala o in cucina. Altrimenti per alcuni di loro la quarantena continuerà. Una situazione paradossale che ha costretto Cruciani a chiudere l’attività, giovedì a ora di pranzo, e sottoporre al test i suoi dipendenti in un laboratorio privato del centro. Sono tutti risultati positivi, tranne il titolare dell’esercizio pubblico che ha scritto un post su Facebook per ringraziare e rassicurare la clientela che ha pranzato e cenato all’aperto negli ultimi giorni.
«Si dice sempre: a me non succederà ma poi la vita è sempre lì a presentarti il conto», scrive Cruciani, «che dire? Su 12 dipendenti, 11 sono positivi al Covid. La maggior parte di loro è vaccinata, ma questa bestia li ha colpiti comunque». «Inutile esternarvi il mio stato d’animo» scrive il titolare di Casamaki, chiuso nella sua abitazione da giovedì, «sapete che sono tosto ma questa volta la vedo dura. Spero di rivedervi tutti molto presto, grazie a tutti per la vicinanza. Vi voglio bene». Fuori dal contesto dei social, Cruciani mostra preoccupazione per la situazione che si è venuta creare: «Mi sento di rassicurare i clienti che hanno consumato all’aperto». Spiega cosa è accaduto: «Mercoledì un dipendente non si è sentito bene, ha fatto gli accertamenti ed è risultato positivo. È rimasto a casa con 39 di febbre, ma è vaccinato da quattro mesi con doppia dose. Quindi ho chiuso il locale e portato i ragazzi a fare il tampone e messo tutti in sicurezza». Ma la situazione non è rosea: «Con questa chiusura perdiamo gli incassi di Ferragosto che ci sarebbero stati utili per uscire dalle secche della pandemia durante la quale, dal governo sono arrivati solo spiccioli. Sono però contento di aver ricevuto la solidarietà di colleghi e clienti». (c.co.)
Il prossimo 16 agosto i lavoratori dovranno ripetere i test. Se risulteranno negativi, potranno tornare in servizio in sala o in cucina. Altrimenti per alcuni di loro la quarantena continuerà. Una situazione paradossale che ha costretto Cruciani a chiudere l’attività, giovedì a ora di pranzo, e sottoporre al test i suoi dipendenti in un laboratorio privato del centro. Sono tutti risultati positivi, tranne il titolare dell’esercizio pubblico che ha scritto un post su Facebook per ringraziare e rassicurare la clientela che ha pranzato e cenato all’aperto negli ultimi giorni.
«Si dice sempre: a me non succederà ma poi la vita è sempre lì a presentarti il conto», scrive Cruciani, «che dire? Su 12 dipendenti, 11 sono positivi al Covid. La maggior parte di loro è vaccinata, ma questa bestia li ha colpiti comunque». «Inutile esternarvi il mio stato d’animo» scrive il titolare di Casamaki, chiuso nella sua abitazione da giovedì, «sapete che sono tosto ma questa volta la vedo dura. Spero di rivedervi tutti molto presto, grazie a tutti per la vicinanza. Vi voglio bene». Fuori dal contesto dei social, Cruciani mostra preoccupazione per la situazione che si è venuta creare: «Mi sento di rassicurare i clienti che hanno consumato all’aperto». Spiega cosa è accaduto: «Mercoledì un dipendente non si è sentito bene, ha fatto gli accertamenti ed è risultato positivo. È rimasto a casa con 39 di febbre, ma è vaccinato da quattro mesi con doppia dose. Quindi ho chiuso il locale e portato i ragazzi a fare il tampone e messo tutti in sicurezza». Ma la situazione non è rosea: «Con questa chiusura perdiamo gli incassi di Ferragosto che ci sarebbero stati utili per uscire dalle secche della pandemia durante la quale, dal governo sono arrivati solo spiccioli. Sono però contento di aver ricevuto la solidarietà di colleghi e clienti». (c.co.)