Scampò alla strage, ora ha 8 figli e 12 nipoti
Carlo Dionedi racconta la sua incredibile storia, da oggi è a Montesilvano al raduno nazionale delle famiglie numerose
È una data scolpita nella storia d’Italia, 2 agosto del 1980, un ordigno esplode nella stazione di Bologna e provoca 85 morti e 200 feriti. Quel giorno, nella sala d’attesa dove venne piazzato la bomba, c’era anche Carlo Dionedi, aveva 21 anni, era studente universitario.
Carlo era stato in vacanza al sud, stava tornando a Piacenza e per puro caso, a quell’ora, si trovava nella stazione centrale di Bologna: il suo treno, infatti, aveva accumulato un ritardo di due ore. E mentre attende la coincidenza, l’ordigno esplode.
Intorno sangue, urla, terrore. Ma lui, Carlo, si ritrova inspiegabilmente sopra le macerie. Un miracolo, lo studente esce salvo dalla strage di matrice nera più efferata del secolo scorso.
Oggi Carlo ha 65 anni, otto figli e dodici nipoti. Con la moglie Lorena sarà - da oggi a domenica 3 novembre - all’hotel Club Esse Mediterraneo a Montesilvano per l’appuntamento annuale dell’Associazione nazionale famiglie numerose (Anfn). Con lui, decine di coppie volontarie, circa 500 persone provenienti da tutta Italia, tra papà, mamme e figli, che rivestono un ruolo nell’associazione pronte a raccontare e a raccontarsi. Come Carlo, oggi insegnante di francese, che ha deciso di avviare nella sua città, Piacenza, una scuola parentale dedicata a papa Giovanni Paolo II, di cui è preside.
«Era la fine del 2004 quando, con alcuni amici, arrabbiati per la penuria di politiche familiari in Italia, abbiamo capito che era necessario dar vita ad un’associazione di famiglie numerose – racconta - cercando sul web saltò fuori che quell’associazione c’era già, era appena nata a Brescia. Poche ore dopo eravamo già iscritti e pochi giorni più tardi promossi, d’ufficio, coordinatori territoriali».
Comincia così un lungo periodo di servizio associativo. «Studiavamo le leggi che ci riguardavano e cercavamo soluzioni concrete che potessero aiutare le famiglie numerose. Ci siamo accorti subito che c’erano diverse iniquità. In Italia viene tarato tutto sul figlio unico, al massimo due figli, non si tiene conto della famiglia con più figli. Ora le cose stanno cambiando piano piano anche per il declino demografico allarmante, finalmente entrato nell’agenda di governo».
A quanto pare fu proprio Carlo, nel 2007, ad individuare un errore tecnico sul computo degli assegni familiari. «Un errore che finiva con il ridurre l’importo versato alle famiglie e che venne immediatamente segnalato all’allora sottosegretario alla presidenza del consiglio con deleghe alle politiche per la famiglia, Carlo Giovanardi. Quell’input permise di recuperare arretrati di anni, tanto che un nostro amico con dieci figli con quei soldi ha finalmente potuto comprare l’auto alla moglie».
Ma torniamo all’incontro con Giovanardi. «Ricordo bene quel momento – racconta Carlo - era il 1° settembre 2008, in un ristorante a Modena, davanti ad un piatto di tortellini, raccontammo al sottosegretario tutte le iniquità di cui erano vittime le famiglie con più figli. Un meccanismo nel calcolo del consumo di luce e gas che provocava delle bollette inique». Lui sbarrò gli occhi: «Cioè voi state dicendo che, proprio in quanto famiglia numerosa, voi pagate di più ogni singolo kWh e ogni singolo m² di gas?».
Il sottosegretario non esitò un istante e contattò immediatamente il presidente dell’Autorità per l’energia. «Senti, ma ti risulta questo calcolo nelle bollette…?». E il presidente confermò tutto. «Qui bisogna sistemare le cose» esclamò Giovanardi. Che fu di parola: di lì a qualche mese nacquero i famosi “bonus luce” e “bonus gas”, un aiuto vero per le famiglie numerose.
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