Sculture e disegni l’Abruzzo offre il Manzù inedito
Una delle due esposizioni che l’Italia dedica al maestro sarà inaugurata a luglio a Cappadocia
di Domenico Ranieri
CAPPADOCIA
Le mani “sporche” di arte e un pensiero profondo, una sorta di testamento morale: «Io lavoro perché mi è una necessità indispensabile all'anima. Per il resto, se vi è qualcosa da dire, penseranno i miei disegni e le mie sculture». Giacomo Manzù era il 12esimo figlio di un calzolaio e la sua immensa arte ha cominciato a conoscerla intagliando il legno insieme al padre. Oggi si avvicina all’Abruzzo attraverso una delle tre mostre nel mondo (le altre due a Bologna e Berlino) del 2013 dedicate all’artista originario di Bergamo e adottato da Ardea (Roma), dove ha vissuto e dove è stato realizzato il museo in sua memoria. La mostra sarà ospitata nella sala consiliare del Comune di Cappadocia, la porta abruzzese del parco dei monti Simbruini. L’inaugurazione è fissata per sabato 6 luglio alle 11 e rimarrà aperta fino al 24 agosto con orari da definire, che probabilmente comprenderanno, per il mese di agosto, delle aperture serali.
Le opere esposte saranno 30 disegni e tre sculture della collezione privata dell'artista, alcune in esposizione per la prima volta mondiale. Inoltre, sarà esposta una serie di affiches (manifesti) relativa alle mostre che nel corso degli anni sono state allestite nei musei e nelle gallerie più importanti. Le affiches, oltre a riprodurre opere dell'artista, ben identificano la grandezza del maestro perché portano il pubblico in un viaggio fra i Paesi di tutto il mondo che nel tempo hanno ospitato le mostre dell'artista italiano definito il "Michelangelo del '900". I prodromi dell’evento che resterà nella storia artistica dell’Abruzzo sono stati sottoscritti ufficialmente ad Ardea. Una delegazione del Comune di Cappadocia, composta dal sindaco Lucilla Lilli, dal vice sindaco Fabrizio Rosci e dall'assessore al Bilancio, Franco Pompei, si è recata ad Ardea in visita alla residenza del maestro Giacomo Manzù per la firma dell'accordo per la realizzazione della mostra.
I rappresentanti del Comune di Cappadocia sono stati accolti dalla vedova del maestro. Inge Manzù, dalla figlia Giulia e dal dottor Gianni Ferrazza, loro consulente di fiducia da oltre trent’anni.
Prima dell'incontro è stata organizzata una visita guidata al Museo Manzù (www.museomanzu.beniculturali.it) per proseguire fino a Colle Manzù' (ovvero la località Campo del Fico che dopo la morte del maestro avvenuta il 17 gennaio del 1991 è stato, in omaggio all'artista, rinominato appunto Colle Manzù) e infine la visita nello studio del Maestro conservato, per volontà della famiglia, esattamente come lo lasciò alla sua morte.
Rientrati nella residenza del maestro, sono state aperte le porte del salone di rappresentanza, proprio quello stesso salone dove Manzù riceveva i capi di Stato e le più alte cariche della Chiesa, nonché i più grandi personaggi del mondo dell'arte e dello spettacolo. Il bellissimo tavolo di bronzo e cristallo realizzato dal maestro ha fatto da sfondo per la firma dell'accordo per l’allestimento della mostra.
Inge Manzù ha donato ai rappresentati del Comune di Cappadocia un libro (Manzù e le porte) dove ha apposto una dedica personalizzata. A sua volta il sindaco di Cappadocia ha donato alla famiglia un bellissimo libro sulla storia di Cappadocia, molto apprezzato, cosi come molto apprezzato è stato l'invito a far visita a Cappadocia nel mese di giugno. Invito accettato da entrambi con molto piacere.
«Ormai è dal 1980 che seguo la famiglia Manzù», spiega Ferrazza, «quale loro commercialista, per il rapporto di fiducia e stima che si è instaurato prima con il Maestro e ora con gli eredi ho collaborato alla realizzazione delle . mostre fatte in tutto il mondo e grazie a questa fiducia la signora Inge e la figlia Giulia hanno accolto il mio invito di fare una mostra nel mio paese di origine in collaborazione con il Comune di Cappadocia».
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