Scuole sicure, da Province e Comuni una pioggia di adesioni

9 Settembre 2017

Da Di Sabatino a Pupillo, da Caruso a Brucchi, da Alessandrini alla Casini: «Pronti a mostrare i certificati di vulnerabilità sismica a chi li richiederà»

PESCARA . Il presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino, ha già assicurato che lo consegnerà a tutti i genitori che ne faranno richiesta. Altrettanto ha fatto il sindaco di Chieti Umberto Di Primio. Ma come loro, tanti altri amministratori abruzzesi hanno aderito alla campagna scuole sicure lanciata dal Centro, dopo l’appello di Antonio Morelli, il papà di San Giuliano di Puglia che 15 anni fa ha perso la figlia Morena nel crollo della scuola del piccolo centro molisano. E si dicono pronti a mostrare i certificati di vulnerabilità sismica ai genitori che ne faranno richiesta. Nell’attesa che, dal 31 agosto 2018 diventi obbligatorio, come prevede l’articolo 20 del decreto terremoto, per tutti gli edifici scolastici che si trovano in zona sismica 1 e 2.
Tra chi si dichiara d’accordo, c’è Angelo Caruso, da poco eletto alla presidenza della Provincia dell’Aquila, una zona che in fatto di sismicità, vanta purtroppo precedenti drammatici. «Perché no? Io non ho alcuna difficoltà a rendere pubblici i certificati», dice, «anche perché si tratta di atti pubblici ai quali qualsiasi genitore può avere accesso». Sulle stesse posizioni anche il sindaco di Avezzano, Gabriele De Angelis: «Certamente sì. Li abbiamo già tutti disponibili e li possiamo fornire ad horas a chiunque ne faccia richiesta. Sono pubblici e consultabili». Le scuole di Sulmona, come spiega il sindaco Annamaria Casini, presentano prevalentemente indici medio bassi, «alcuni dei quali sono anche abbastanza bassi. Quasi tutti questi edifici», afferma, «sono inseriti in un piano di opere pubbliche per l’adeguamento. Sin dall’anno scorso abbiamo cercato soluzioni alternative per quegli edifici con gli indici più bassi. Io sono stata eletta appena un anno fa, e subito dopo ci fu il sisma di Amatrice del 24 agosto». E i certificati? «La prima cosa che ho fatto è stata verificare la situazione delle scuole, ma voi, la stampa, siete stati più veloci di noi e avete già pubblicato tutto. Certo, non ho alcun problema a rendere pubblici questi dati».
Salvatore Lagatta, sindaco di Bussi sul Tirino, non nasconde la sua soddisfazione nell’affermare che «nel Comune che amministro abbiamo una delle tre scuole più sicure di tutto l’Abruzzo, con indice 1, il massimo possibile in fatto di sicurezza». E, ovviamente, Lagatta non ha alcun problema ad esibire il certificato di vulnerabilità sismica del plesso che ospita la scuola elementare e media. «Aderisco in maniera convinta alla campagna lanciata da il Centro, sulla trasparenza in merito ai certificati di vulnerabilità, che ci mettono al riparo da tutti i problemi. L’asilo nido non è a livello 1», aggiunge, «ma è una struttura sicura, e comunque, visto che sta diminuendo il numero degli studenti più grandi, stiamo pensando di trasferirlo nell’altro plesso anche per ottimizzare i servizi di mensa e riscaldamento». Un sì convinto anche dal sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi. «Abbiamo già fatto la verifica», spiega, «su tutti gli edifici di nostra competenza, e gli indici sono stati pubblicati sul sito del Comune. Li abbiamo resi noti anche ai presidi, affinché a loro volta li pubblichino sui siti dei propri istituti scolastici. C’è anche una fase successiva», avverte Brucchi, «prevista dalla normativa, ed è quella di far valutare gli indici da enti terzi. Noi ci siamo rivolti al Cnr, per una maggiore garanzia dei cittadini e della popolazione scolastica. La nostra, rispetto ad altre città, è una situazione diversa. Alla luce dei bassi indici di sismicità abbiamo già chiuso la scuola Fornaci, alla Cona, e ridistribuito i 170 studenti tra materna, elementare e media, in altri plessi scolastici. Le altre hanno indici vari, che vanno da 0.2 a 0.98 ma non c’è alcun riferimento normativo che stabilisce quale sia l’indice minimo al di sotto del quale le scuole devono essere chiuse. L’ho chiesto a Errani, poi l’ho chiesto a Gentiloni che mi ha detto di chiederlo alla Regione, che ancora non mi risponde. E così il cerino resta in mano ai sindaci». Teramo, dopo il terremoto, ha ottenuto 500 Musp ad alta specializzazione, dove a breve saranno spostati 1.500 dei 4.500 studenti teramani.
Anche il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, è d’accordo con l’operazione trasparenza. «Figuriamoci», dice, «che problema c’è a rendere pubblici i certificati? Sono documenti ai quali i cittadini possono accedere tranquillamente». E proprio ieri sono stati stanziati 100mila euro per cinque scuole. Antonio Di Marco, presidente della Provincia di Pescara, è fuori per lavoro. «Mi sta facendo una domanda per rispondere alla quale», dice, «c’è bisogno di un confronto con la mia struttura tecnica. Me ne occupo al mio rientro». Il sindaco di Lanciano, e presidente della Provincia di Chieti, Mario Pupillo, non ha dubbi. «Aderiamo senza dubbio alla campagna sulla sicurezza delle scuole de il Centro. Siamo ovviamente disponibili», dice, «a rendere più fruibili i certificati pubblici di sicurezza delle scuole, sia in città che nella Provincia. Lo facciamo per una questione di trasparenza e di maggiore informazione verso la cittadinanza, in particolare verso i genitori e i piccoli alunni che giustamente vogliono conoscere le condizioni degli edifici in cui trascorreranno molte ore della giornata. Molti genitori già stanno chiamando e gli uffici si sono messi a disposizione per dare le informazioni», aggiunge Pupillo. «I genitori vogliono essere rassicurati sulle condizioni strutturali degli edifici perché alcuni, sia in città che in provincia, sono vetusti. Occorrono lavori e quindi fondi per ristrutturare gli edifici». Ma sugli istituti della Provincia i lavori sono più difficili da fare, perché mancano i soldi. Va meglio in città. «A Lanciano abbiamo avviato studi sulla vulnerabilità sismica delle scuole, e stanziato altri 100mila euro per completarli» riprende il sindaco. «Sono in corso lavori per il miglioramento sismico alla primaria Carabba, e infatti i 210 alunni sono stati spostati provvisoriamente all’istituto De Giorgio per consentire la fine dei lavori. Abbiamo chiuso il nido la Campanella l’anno scorso e fatto lavori di messa in sicurezza alla scuola dell’infanzia di Olmo di Riccio, Marcianese. Abbiamo già stanziato 900mila euro per la costruzione di una scuola nuova vicino il plesso della Rocco Carabba. L’attenzione su questo tema è massima. Ai genitori è giusto dare informazioni anche per evitare inutili allarmismi: bisogna capire i numeri, spiegare il senso degli indici e fidarsi dei tecnici senza improvvisarsi ingegneri: i certificati e la campagna meritoria del Centro serviranno anche a questo». E anche l’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Penne, Nunzio Campitelli, si dichiara pronto ad esibire ai genitori i documenti che attestino la sicurezza delle scuole pennesi. «Sono disponibile a mostrare qualsivoglia documento relativo gli edifici scolastici», assicura, «e credo di averlo già fatto anche in passato».
Hanno collaborato
Teresa Di Rocco
Francesco Bellante