Spoltore, nuove intercettazioni Roselli: «Qui il diritto sono io»

Indagine della forestale su un fondaco, abbattuto e ricostruito, per ottenere un aumento di cubatura Sotto accusa le correzioni sui progetti concordate con un tecnico del Comune, scatta il reato di falso

SPOLTORE. «Io sono il diritto, eh, eh, eh. Cioè, io anticipo il diritto: la realtà è quello che dico io, non quello che dicono loro». Parola di Marino Roselli, ex presidente Pd del consiglio regionale passato all’Api e architetto di professione, in una telefonata che gira intorno a un fondaco da abbattere per ricostruire una casa più grande: un’opera «abusiva», secondo l’accusa. C’è anche questa intercettazione telefonica tra Roselli e una sua cliente negli atti dell’inchiesta sul presunto malaffare di Spoltore. Secondo gli agenti della forestale e la procura di Pescara, è una telefonata che svela «il modus operandi di Roselli, cioè quello di infischiarsene delle normative pur di ottenere i risultati prefissati».

Telefonata spiata. L’intercettazione è contenuta negli atti in mano al pm Gennaro Varone che, il 27 luglio scorso, ha chiesto il rinvio a giudizio per Roselli, per l’ex sindaco Pd Franco Ranghelli, per il manager dei rifiuti Luciano Vernamonte dello Sdi e altri 13 tra politici, tecnici e imprenditori della cittadina protagonista di una crescita senza freni nelle frazioni di Villa Raspa e Santa Teresa arrivando a quasi 20 mila residenti. In 12 anni, complice il boom edilizio con i terreni agricoli diventati edificabili, Spoltore è cresciuta del 20 per cento. Una crescita che è finita sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti: altre 9 le richieste di rinvio a giudizio per presunti favori legati alla realizzazione del centro commerciale Citymoda e, poi, ci sono altre 2 inchieste ancora aperte su locali di sgombero dei sottotetti trasformati in appartamenti.

Abuso edilizio nel pc. L’ultima intercettazione sul «diritto» di Roselli fa parte di un approfondimento degli investigatori su un presunto caso di abuso edilizio: controllando il materiale contenuto nel computer sequestrato all’ex presidente del consiglio regionale, gli agenti della forestale hanno scoperto fotografie risalenti al 2003 su un fabbricato con «fondaco, portici e tetto crollato»; lo stesso immobile, dice la forestale, «alla data del 26 settembre 2007 non presenta più le strutture adiacenti al fabbricato» essendo state abbattute; però, nel 2010, sottolinea l’accusa, il fondaco è stato ricostruito «abusivamente» dall’impresa di un altro indagato, Alessandro D’Onofrio, soltanto per far ottenere un aumento di cubatura alla cliente di Roselli. «Basta che si mantiene», dice intercettato al telefono D’Onofrio, «quello lo dobbiamo sfasciare, capito?». Della necessità di un sopralluogo immediato parla anche Roselli con un tecnico comunale, Bruno Crocetta, indagato: «A ora di pranzo, ’na cosa... 5 minuti ci mettiamo, a fa solo ’na fotografia. Io c’ho paura, fa che se ne casca», dice Roselli tra le risate.

Correzioni false. A Roselli e Crocetta è contestata anche l’accusa di falso per «correzioni in rosso» sui progetti dei fabbricati: «Con il timbro», spiega Roselli a Crocetta, «metto quel discorso là, della cosa, eh. No, lo stato di fatto così dicendo che è stato... che è crollato... No, no, lo faccio, lo faccio con una penna rossa, tratteggiato e parte crollata in modo che uno risulta, capito? Almeno, uno dà un segnale di cose, capito, eh sì, certo».

Progetto bocciato. Ma la manovra non è riuscita a Roselli: «Il progetto», scrive la forestale in un rapporto alla procura, «è stato rigettato dal Comune di Spoltore da parte del responsabile dell’Urbanistica Domenico De Leonardis, chiedendo nuova documentazione».

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