Stop alla movida a mezzanotte: via al ricorso contro il Comune
Venti commercianti contestano davanti al tribunale amministrativo l’ordinanza del sindaco Masci «Non possiamo fermarci così presto la notte, i nostri incassi si sono già ridotti del 50 per cento»
PESCARA. Si inasprisce la battaglia tra gestori dei locali del centro e Comune sugli orari notturni imposti dall’amministrazione a bar, ristoranti e pub per ridurre i rumori della movida tra piazza Muzii e via Battisti. Ieri una ventina di commercianti ha annunciato di aver presentato ricorso al Tar per contestare l’ordinanza del sindaco Carlo Masci, in vigore dal 9 novembre scorso fino al 31 gennaio del prossimo anno, che impone agli esercenti di eliminare tavoli e sedie dall’esterno dei locali entro mezzanotte e il divieto di vendita e consumo sul posto di qualsiasi bevanda.
PERDITE DEL 50 PER CENTO
Un provvedimento considerato dai commercianti troppo restrittivo e in molti lamentano addirittura una perdita degli incassi intorno al 50 per cento rispetto ai mesi precedenti. «Così saremo costretti a chiudere», avvertono. L’obiettivo è, quindi, far annullare dal tribunale amministrativo l’ordinanza chiamata Cenerentola. Ordinanza emanata dal sindaco dopo la condanna del Comune al risarcimento di 450mila euro di alcuni residenti del centro per l’insufficienza delle misure applicate dall’ente nel contenimento dei rumori della movida tra il 2016 e il 2021.
I PUNTI CONTESTATI
I gestori dei locali contestano diversi punti dell’ordinanza. «I fonometri acquistati dal Comune per la rilevazione semestrale dei rumori nella zona di piazza Muzii risulterebbero non a norma», sostiene il direttore di Confartigianato Pescara Fabrizio Vianale, «è quanto emerso dall’accesso agli atti effettuato nei giorni scorsi ed è uno degli elementi portanti del ricorso depositato al Tar dagli esercenti di Pescara». «I commercianti», dice Vianale, «chiedono, come già fatto durante alcuni incontri istituzionali, la sospensiva dell’ordinanza con cui il Comune impone ai locali di togliere, entro la mezzanotte, i tavolini su strada, ferma restando la possibilità di continuare all’interno. Il ricorso, firmato dall’avvocato Andrea Lucchi che da tempo segue le attività commerciali, evidenzia tra i motivi proposti l’eccesso di potere da parte dell’amministrazione comunale, l’irragionevolezza delle misure e il difetto di istruttoria». «In particolare», spiega il direttore di Confartigianato, «non sono stati fatti nuovi rilievi fonometrici, gli ultimi risalgono al mese di luglio dell’anno scorso e segnano una decisa diminuzione dei decibel rilevati rispetto al 2021. Elemento importante, perché proprio sulla base dei rilevamenti del 2021 è stato stilato il contestato Piano di risanamento acustico. Le misure restrittive, quindi, sono state disposte in assenza di dati recenti e concreti. Anzi, il Comune ha disposto che rilievi ulteriori vengano effettuati proprio in questo periodo per concludersi a dicembre. Il provvedimento restrittivo copre tutte le festività natalizie con un contraccolpo sui bilanci dei locali che, prevedibilmente, sarà fortissimo».
IL COMUNE VA AVANTI
L’amministrazione comunale si prepara allo scontro legale presentando resistenza al ricorso al Tar depositato dai gestori dei locali. Lo conferma l’assessore al commercio Zaira Zamparelli. «L’ordinanza non cambia», afferma l’assessore, «non è solo per la sentenza di risarcimento dei residenti, c’è un tavolo tecnico che ha dato degli indirizzi all’amministrazione, tra cui il limite di orario a mezzanotte considerato congruo. Questo non vuol dire che i locali debbano chiudere a mezzanotte, devono solo liberare il suolo pubblico, ma possono continuare l’attività al loro interno fino alle 3 di mattina come da legge nazionale. Io ho proposto, quantomeno nel mese di dicembre, di far aprire i locali all’ora di pranzo il sabato e la domenica. Potrebbe essere un’alternativa valida. Comunque cercherò di organizzare eventi».