Su Rigopiano Guido Conti impose tutte le prescrizioni, ecco l’atto che lo dimostra
Firmò il parere sulla realizzazione del centro benessere nell’hotel della tragedia. Ma l’ufficiale che si è tolto la vita non fece sconti: applicò il massimo del rigore
PESCARA. Poteva non barrare alcuna casella. Poteva anche fare la croce solo su uno, due o tre quadratini. Ma Guido Conti era un uomo rigoroso: impose tutte e quattro le prescrizioni possibili in quel parere per il centro benessere dell’hotel Rigopiano. Nella sua ultima lettera, il generale dei carabinieri forestali, che si è tolto la vita, si rammarica di non aver fatto di più per evitare la tragedia. Ma in realtà fece il massimo. Il Centro pubblica il documento che lo dimostra. E’ intestato “Ispettorato ripartimentale delle Foreste di Pescara”. Porta la data del 23 marzo 2007 ed è protocollato il 29 marzo. All'oggetto si legge “Ditta del Rosso srl-hotel Rigopiano, realizzazione centro benessere e strutture portanti in legno in variante al Prg». Guido Conti, all’epoca comandante provinciale della Forestale pescarese, rilasciò parere favorevole senza fare sconti e impose che: «Gli sbancamenti e le movimentazioni di terreno dovranno essere realizzati in modo da ridurre al minimo l'entità degli stessi, adottando tutti gli accorgimenti indispensabili per evitare smottamenti e fenomeni di erosione accelerata».
La seconda prescrizione prevedeva che: «Eventuali scarpate, anche temporanee, che verranno a formarsi per effetto dei lavori, qualora sussistano motivi da farle ritenere non sufficientemente stabili nel tempo, dovranno essere adeguatamente sistemate». Passiamo alla terza prescrizione: «La regimazione è l'allontanamento delle acque interessanti l’area dell'insediamento», si legge sul documento, «dovranno essere realizzati evitando eccessive concentrazioni». Ed infine la quarta prescrizione: «I depositi temporanei di terreno o di altro materiale, consentiti a norma di legge, non dovranno essere situati in aree dove possano impedire il regolare deflusso di acque». Firmato il comandante Guido Conti. «Abbiamo esaminato in maniera certosina le decine di documenti prodotti dagli enti, in diversi decenni, sull'albergo e sulla Spa di Rigopiano, di cui siamo riusciti a entrare in possesso con diversi accessi agli atti», dice Augusto De Sanctis del Forum H2O. «Tra questi atti», continua, «c'era il parere sul vincolo idrogeologico: due pagine firmate da Conti».
È proprio il documento che il Centro pubblica e che libera il campo da ogni dubbio o illazione sul ruolo svolto dal generale dei carabinieri forestali trovato morto, tre giorni fa, vicino a Pacentro. Conti si è ucciso con un colpo di pistola alla testa. «Il suo parere riguardava i lavori di realizzazione del centro benessere dell'hotel su terreni gravati da vincolo idrogeologico», spiega De Sanctis, «e rientrava tra i tanti pareri da ottenere per la variante al Prg di Farindola per permettere la realizzazione della Spa. La ristrutturazione dell'albergo», sottolinea l'ambientalista, «ha invece seguito un diverso procedimento amministrativo».
Nell'aprile scorso, De Sanctis e il generale s’incontrano a Popoli. «Guido mi chiese che cosa ne pensassi, io gli risposi, in maniera netta, che quel parere, a cui probabilmente lui fa riferimento nella sua ultima lettera, non c’entrava nulla con la tragedia di Rigopiano e con i 29 morti, né direttamente né indirettamente. Si trattava di un parere su un Regio decreto del 1923, sì, il vincolo idrogeologico si fonda su una norma di oltre 90 anni fa! Addirittura veniva rilasciato su un prestampato con le possibili prescrizioni da barrare. E non vi era neppure l'opzione del diniego. Ma Conti barrò tutte le prescrizioni possibili».
In altre parole, il generale dei carabinieri forestali si dimostrò, come sempre, inflessibile.
«Del resto», riprende De Sanctis, «la parola valanga compare una volta sola in tutto il decreto Regio composto da ben 186 articoli ed è riferita esclusivamente ai boschi che possono contribuire a evitarne l'innesco. Quindi per interventi e progetti fatti in cima alla montagna. Non era questo il caso di Rigopiano visto che la Spa era localizzata a valle. Per intenderci, qualsiasi cosa Conti avesse potuto scrivere in quel parere non poteva evitare la discesa della valanga perché si parlava di lavori attorno all'albergo. E solo su quelli lui poteva esprimersi».
L'ambientalista conclude il suo intervento chiarificatore ricordando di quando il generale, sempre quel giorno di aprile, gli disse «come poi purtroppo ha ribadito nella sua ultima lettera, che, con il suo istinto per le investigazioni, forse avrebbe potuto fare di più». Ma, allora come oggi, De Sanctis risponde così: «Gli abusi edilizi erano arrivati successivamente con altre carte. Carte che a Guido Conti non erano state neanche sottoposte».
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