Testa: voglio un taglio netto della politica
PESCARA. Voglio dare un taglio netto al modo di fare politica dell’amministrazione comunale uscente. Troppe le persone che hanno avuto da ridire in questi anni nei confronti di Mascia». Questa intervista a Guerino Testa, 44 anni, presidente della Provincia e candidato sindaco con il Nuovo centrodestra, comincia proprio così, con una dura critica al primo cittadino uscente. La cosa suscita meraviglia, perché Mascia e Testa, quando si incontrano in pubblico, sembrano due vecchi amici. L’ultimo abbraccio tra i due c’è stato qualche giorno fa a Pianella, in occasione della cerimonia organizzata dal sindaco per i prefesteggiamenti del suo matrimonio. La loro strada, in realtà, si è divisa quando il presidente della Provincia ha deciso di candidarsi a sindaco. Il presidente della Provincia si attendeva un passo indietro di Mascia, «perché», rivela, «c’era un accordo che non si sarebbe ricandidato», invece il primo cittadino non ha rinunciato e così il centrodestra ora va diviso. Ma Testa parla anche del suo programma, dei progetti che ha intenzione di realizzare per la città se dovesse vincere le elezioni: dalla demolizione dei capannoni dell’ex Cofa, alla riqualificazione delle aree di risulta, dalla valorizzazione del patrimonio immobiliare, del Comune, alla gestione dello stadio con il coinvolgimento dei privati, fino all’inversione del senso di marcia in viale Regina Margherita per favorire il commercio di via Fabrizi. Di proposte ne ha tante anche per il sociale. Per aiutare le famiglie indigenti lancia l’idea originale della spesa in sospeso, come la tradizione napoletana dei caffè lasciati in sospeso nei bar, cioè pagati da altri clienti.
Presidente Testa, da dove cominciamo? «Dal presupposto che voglio dare un taglio netto al modo fare politica dell’amministrazione Mascia. In questi anni c’è stata una frattura tra questa amministrazione e i costruttori, la marineria, i balneatori, i commercianti e le altre associazioni di categoria. Persino con il Pescara calcio. I cittadini hanno avuto da ridire del sindaco. Ad esempio, sul porto Mascia doveva metterci la faccia e non lo ha fatto. La marineria ha riconosciuto le mie battaglie quotidiane per il dragaggio. Anche i commercianti sono arrabbiati con Mascia, che ha avuto un atteggiamento di distanza e ha realizzato una viabilità schizofrenica in questi anni. Per questo deve essere cambiato l’approccio e lo stile politico».
Lei come agirebbe se fosse il sindaco? «Avvierei subito un accordo con la Regione per abbattere l’ex Cofa. Le aree di risulta, che dovevano essere la grande scommessa di questa amministrazione, si sono rivelate una sconfitta. Io propongo di togliere da quell’area tutte le macchine, il mercatino, il luna park, la strada, per far posto a dei parcheggi a silos, come le città europee. Per quanto riguarda i servizi al cittadino, sono favorevole allo snellimento e all’informatizzazione delle pratiche burocratiche comunali. Inoltre, dovrà essere rivisitato il Piano traffico ed elaborati dei progetti in grado di attrarre fondi europei. Per quanto riguarda la sicurezza, propongo un progetto obiettivo per rendere più sicure Pescara vecchia e le zone più a rischio. E ancora: un sì convinto alla filovia. Non ho condiviso lo stop di Mascia ai lavori».
È favorevole alla realizzazione di un nuovo teatro? «Non sono contrario a priori, ma in questo momento non mi sembra sia il caso di realizzarne uno nuovo. Ridarei, invece, slancio al teatro Michetti e ho già pronto un progetto per rilanciare il teatro d’Annunzio». Nella nuova versione del suo programma elettorale è sparito un punto: la riapertura al traffico di corso Vittorio. Ha cambiato idea? «No, non ho cambiato idea. Con questi lavori la carreggiata si è ristretta e ora va valutata con le categorie la soluzione migliore. Si potrebbe pensare di lasciare aperta la strada ai residenti e ai mezzi pubblici, mantenendo la strada nelle aree di risulta».
Mi sembra molto simile al progetto dell’amministrazione comunale. Ma si è pentito di aver spaccato il centrodestra con la sua candidatura? «Assolutamente no. Della mia candidatura a sindaco si parlava da diverso tempo. Mascia aveva detto di essere disponibile a un passo indietro e anche esponenti di Forza Italia erano d’accordo. È stato un errore non fare le primarie ed è stato un errore ascoltare i tavoli romani».
Degli altri candidati cosa pensa? «Alessandrini è stato completamente assente come consigliere in questi 5 anni. Per la Sabatini ho grande rispetto come persona, ma non ha esperienza per governare questa città». Come voterà al referendum sulla Nuova Pescara? «Voterò sì, una città più grande ha un maggiore peso e poi si riducono i costi della politica».
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