AVEZZANO
Valeria, Gianmarco, Tonino e Gianmauro: gli escursionisti dispersi tra storie di sogni e passioni
La neolaureata socia di un’associazione culturale, hostess per l’Avezzano calcio, il fidanzato sportivo, il commerciante amante della montagna e l’ingegnere Eni che vuole portare sulle vette il marchio del papà negoziante
AVEZZANO. Quattro vite e quattro storie di passioni, studio, lavoro. Quattro vite che tengono col fiato sospeso Avezzano e un’intera regione. Familiari, parenti e amici sperano in una nuova impresa dei quattro visto che, chi per un verso e chi per un altro, hanno già superato tante avversità.
LA GIOVANE CHE SOGNA
LA RIAPERTURA DEI TEATRI
Valeria Mella, 25 anni, fresca di laurea in fisioterapia, con 110 e lode (conseguita a ottobre) all’Università dell’Aquila, socia dell’associazione Harmonia Novissima dal 2014, sogna il risveglio della cultura, piegata dalla pandemia. Solo sei giorni fa, la giovane dal sorriso solare, definita una ragazza dolcissima, professionale, sempre impeccabile e superattiva, ha girato un video pro riapertura dei teatri insieme ad abbonati e altre maestranze del Teatro dei Marsi. «Sento davvero il bisogno di tornare in teatro», afferma col sorriso dolcissimo nel video-selfie, «oltre che una gran voglia di ascoltare musica dal vivo». Una speranza che in tantissimi, con in testa i genitori, Vincenzo, maresciallo dell’Arma dei carabinieri (ex comandante della caserma di Capistrello, ora in servizio al comando provinciale dell’Aquila), la madre Giovanna, operatrice socio sanitaria all’ospedale di Avezzano, la sorella Veronica, i parenti e gli amici sperano che si avveri. Valeria, in precedenza, tra un esame e l’altro, ha fatto anche la hostess con la società biancoverde dell’Avezzano calcio e in diverse manifestazioni culturali.
IL FIDANZATO GIÀ MESSO
ALLA PROVA DALLA VITA
Nel gruppo dei quattro escursionisti dispersi c’è anche il fidanzato di Valeria: Gianmarco Degni, 26 anni. Appassionato di sport, e naturalmente della montagna, alcuni anni fa il giovane è stato colpito da una grave malattia. Una prova durissima per il 26enne, ma superata, grazie alle cure del personale sanitario, alla grande forza di volontà e allo sconfinato amore e il sostegno incondizionato dei genitori. Pian piano, seppur con grandi sofferenze e rinunce, il giovane è tornato a sorridere alla vita. Ora il destino lo ha messo di fronte a una nuova prova, stavolta con al fianco la sua giovane fidanzata Valeria, lungo un maledetto sentiero che porta alla cima del Bicchero, forse il punto di arrivo dell’arrampicata di domenica. È legatissimo ai genitori, al padre Domenico, detto Memmo, e alla madre Tonina Garbuglia, proprietari del negozio “Degni sport”, specializzato in scarpe e attrezzature sportive e per l’escursionismo, su via Marconi ad Avezzano, a poche decine di metri dalla coltelleria di un altro dei dispersi, Durante.
UNDICI ANNI FA SCAMPÒ
AL DRAMMA SUL GRAN SASSO
Tonino Durante, il più grande del gruppo dei quattro escursionisti (56 anni), è il proprietario della storica coltelleria artigianale all’angolo tra via Marconi e via XXIV Maggio, a due passi dal Municipio, punto di incontro degli appassionati della montagna. Lui è un grande amante dell’escursionismo. Fisico atletico, bandana rossa sempre in testa, il 60enne, scapolo e con un fratello, Michele, ha passato una vita tra l’affilare lame e le scalate in quota. Quasi undici anni fa, era il 14 giugno 2010, Durante, impegnato in un’escursione a quattro, per raggiungere località Dente del Lupo – a circa duemila metri di altezza sul monte Camicia, una delle vette più alte del Gran Sasso- sul canalone Gravone – vide precipitare l’amico Gabriele Dellapasqua: il 45enne di Avezzano, tecnico di Telespazio, padre di due figli ed esperto conoscitore della montagna, morì dopo un terribile volo di venti metri. Inizialmente si era diffusa la voce che i 4 escursionisti fossero in cordata, e che quindi, la tragedia era multipla. Durante, che seguiva Dellapasqua (e gli altri due amici) era salvo e diede l’allarme che fece scattare i soccorsi.
IL GIOVANE INGEGNERE
SULLA VETTA DELL’IMJA TSE
Soltanto quindici mesi fa, il 28 ottobre 2019, il quarto escursionista, l’ingegnere 33enne, Gianmauro Frabotta, dipendente Eni a Milano, tornato in città per l’emergenza Covid (lavora in smart working), ha scalato il monte Imja Tse, meglio noto come l’Island Peak (a quota 6.189 metri di altezza), una delle vette della catena dell’Himalaja (nell’Est del Nepal) portando lassù il marchio di famiglia, gli alimentari Frabotta, con tanto di omaggio all’adorato papà Mauro, l’uomo gentile, il titolare del rinomato negozio di alimentari della città, punto di riferimento per gli amanti della buona tavola. «La gratitudine è un sentimento che mi appartiene», ha scritto in un post, «allora volevo ringraziare chi mi sponsorizza da 30 anni: un giorno te lo porterò sul tetto del mondo il tuo prosciutto Pa’!». E ciò che ora sperano con tutte le loro forze il padre Mauro, la madre Maddalena Stasio, insegnante delle elementari a Capistrello, nonché gli amici, i parenti, una città e l’intero Abruzzo.
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