Virus variato in 7 malati su dieci
Nuovo report degli esperti della D’Annunzio: diffusione record nel Pescarese
PESCARA . Ogni dieci malati sette sono colpiti da variante inglese. È questo il dato che emerge dal nuovo report dell’Università D’Annunzio di Chieti. «Un “caso Abruzzo” c'è, non ci sono dubbi». Lo afferma il direttore del laboratorio di Genetica molecolare - Test Covid-19 dell’Università di Chieti, Liborio Stuppia, alla luce degli ultimi dati. Il fenomeno varianti, infatti, si fa sempre più preoccupante.
Non solo quella inglese, che ormai dilaga nelle province di Pescara e Chieti, tanto che nel Pescarese è responsabile di sette contagi su dieci, ma anche la brasiliana, con i primi casi all’Aquila e un decesso nel Chietino.
Il laboratorio teatino - individuato dalla Regione Abruzzo, insieme all’Istituto Zooprofilattico di Teramo, per le attività di sequenziamento del virus - ormai da settimane lavora senza sosta a caccia di varianti. Dagli ultimi accertamenti emerge che la variante inglese è responsabile addirittura del 70% dei casi di Covid-19 diagnosticati nella provincia di Pescara nelle ultime ore. Il dato medio scende al 60% se si considera anche la provincia di Chieti. La percentuale di prevalenza dell’inglese continua a crescere. Al punto che, secondo le stime degli esperti, sta sostituendo il ceppo originale del virus e nel giro di pochi giorni potrebbe essere responsabile della totalità dei contagi che verranno accertati. «Il dato statistico è sempre più robusto», evidenzia Stuppia, «la variante cresce progressivamente. I dati confermano che si tratta di un trend e non di una casualità o di un singolo focolaio».
L’esperto sottolinea che «percepiamo quanto sia più contagiosa: persone che prima avremmo considerato a rischio basso, come coloro che hanno avuto contatti non stretti e che in passato non destavano grosse preoccupazioni», afferma, «oggi risultano contagiate. Il virus, d’altronde, si sta diffondendo con numeri mai visti prima in un momento in cui il livello di protezione individuale è alto». Proprio il fenomeno varianti, quindi, spiegherebbe l’aumento repentino delle ultime settimane.
Nell’invitare alla prudenza, Stuppia ribadisce che «le misure che ci proteggono restano le stesse, ma vanno applicate in modo rigoroso. Ricordo a tutti che le mascherine vanno cambiate, che vanno indossate sul naso e non sotto e che non bisogna guardare l’estetica, ma solo se ci proteggono. In questo momento», conclude il direttore del laboratorio. «La prudenza è più importante che mai». (l.d.)
Non solo quella inglese, che ormai dilaga nelle province di Pescara e Chieti, tanto che nel Pescarese è responsabile di sette contagi su dieci, ma anche la brasiliana, con i primi casi all’Aquila e un decesso nel Chietino.
Il laboratorio teatino - individuato dalla Regione Abruzzo, insieme all’Istituto Zooprofilattico di Teramo, per le attività di sequenziamento del virus - ormai da settimane lavora senza sosta a caccia di varianti. Dagli ultimi accertamenti emerge che la variante inglese è responsabile addirittura del 70% dei casi di Covid-19 diagnosticati nella provincia di Pescara nelle ultime ore. Il dato medio scende al 60% se si considera anche la provincia di Chieti. La percentuale di prevalenza dell’inglese continua a crescere. Al punto che, secondo le stime degli esperti, sta sostituendo il ceppo originale del virus e nel giro di pochi giorni potrebbe essere responsabile della totalità dei contagi che verranno accertati. «Il dato statistico è sempre più robusto», evidenzia Stuppia, «la variante cresce progressivamente. I dati confermano che si tratta di un trend e non di una casualità o di un singolo focolaio».
L’esperto sottolinea che «percepiamo quanto sia più contagiosa: persone che prima avremmo considerato a rischio basso, come coloro che hanno avuto contatti non stretti e che in passato non destavano grosse preoccupazioni», afferma, «oggi risultano contagiate. Il virus, d’altronde, si sta diffondendo con numeri mai visti prima in un momento in cui il livello di protezione individuale è alto». Proprio il fenomeno varianti, quindi, spiegherebbe l’aumento repentino delle ultime settimane.
Nell’invitare alla prudenza, Stuppia ribadisce che «le misure che ci proteggono restano le stesse, ma vanno applicate in modo rigoroso. Ricordo a tutti che le mascherine vanno cambiate, che vanno indossate sul naso e non sotto e che non bisogna guardare l’estetica, ma solo se ci proteggono. In questo momento», conclude il direttore del laboratorio. «La prudenza è più importante che mai». (l.d.)