«Voglio raccontarvi i miei 37 anni trascorsi ad aiutare i poveri»
Rosa Toritto, ex responsabile dei servizi sociali del Comune «Ora sono in pensione, ma continuerò a fare volontariato»
PESCARA. È stata per 37 anni ad aiutare famiglie bisognose, disabili, minori con disagi sociali, al punto da guadagnarsi l’appellativo di «angelo dei bisognosi». Il mese scorso Rosa Toritto, responsabile storica dei Servizi sociali del Comune di Pescara, dopo aver compiuto 61 anni, ha deciso che era ora di andare in pensione. «Lascio un servizio che è cresciuto nel tempo, grazie all’impegno dei dipendenti e del mondo del volontariato», dice. I suoi colleghi, quando è andata via, le hanno dedicato addirittura una poesia per dimostrare il loro affetto a lei che ha dedicato la sua vita ad aiutare il prossimo. E adesso che potrebbe finalmente riposarsi, ha deciso di continuare in questo settore offrendo la sua lunga esperienza al volontariato. In questa intervista racconta i tanti anni vissuti alle Politiche sociali, forse il settore più difficile da gestire del Comune.
Dottoressa Toritto, per 37 anni lei si è occupata di sociale in Comune?
«Sono entrata in Comune nel 1978 e sono andata in pensione il primo novembre scorso. Ho cominciato la mia carriera come impiegata nel settore Pubblica istruzione, poi sono passata ai servizi sociali».
Che ricordi ha del Comune?
«Un ricordo sicuramente positivo. Ho avuto in tutti questi anni di lavoro un ruolo importante, perché dovevo fornire servizi essenziali per i cittadini bisognosi. Ho dedicato tanto del mio tempo quando ero alle Politiche sociali. Quando era in carica l’ex assessore Vittoria D’Incecco rimanevo in ufficio fino alle 23».
È soddisfatta, quindi, del lavoro svolto in questi anni?
«Sì, sono soddisfatta, ma ho avuto talvolta anche un sentimento di frustrazione per non aver potuto aiutare le persone come si doveva. Ma non era solo un problema di disponibilità di personale. Fino al 2003 i servizi offerti dal Comune erano minimali e non si riusciva ad aiutare tutti».
La situazione è cambiata?
«I servizi sociali sono cresciuti nel tempo, grazie alla politica che negli ultimi dieci anni ha migliorato i servizi offerti e ha fatto aumentare gli assistenti sociali. E grazie anche alle mie colleghe che hanno lavorato tanto, alla rete di volontariato e alle cooperative sociali che hanno fatto squadra con noi. Ora, il Comune conta alcune migliaia di assistiti».
Quale vicenda umana, affrontata durante la sua carriera, l’ha più colpita?
«La storia che più mi ha impressionato risale a 10 anni fa: riguarda una signora disabile segregata in casa per tanti anni dai parenti, forse perché si vergognavano di lei. Al di là del caso giudiziario, Siamo intervenuti per aiutare la donna».
Ci sono altre storie che le hanno lasciato il segno?
«La storia di un ragazzino ucciso dal padre alcuni mesi fa. La famiglia veniva seguita dai nostri assistenti sociali e il papà era diventato addirittura un esempio per altre famiglie adottive. Ma anche se si è scrupolosi, qualcosa ti può sempre sfuggire».
Ma ha anche qualche ricordo di storie finite bene?
«La vicenda di una ragazza che proveniva da una famiglia difficile. È stata seguita da alcune mie colleghe e oggi è una bella persona, che ha trovato finalmente una sua strada nella vita. È stata per me una soddisfazione».
Immagino che in questi ultimi anni la richiesta di assistenza al Comune sia cresciuta enormemente per la crisi.
«Sono aumentate in maniera esponenziale le persone in difficoltà per la crisi assistite dal Comune. Bisognerebbe fare molto di più nell’ambito dell’integrazione socio-sanitaria. L’utenza di oggi è molto più difficile rispetto a quella di dieci anni fa».
Lei ha lavorato con tanti sindaci durante la sua carriera, chi è stato il migliore?
«Forse Luciano D’Alfonso anche perché era circondato da un bravo assessore Vittoria D’Incecco e da un bravo dirigente Miriam Severini».
Ora in pensione, finalmente si potrà riposare.
«Sto recuperando i mie spazi, perché i servizi sociali ti lasciano poco tempo. Ma ho pensato di continuare con il sociale, facendo del volontariato con il sindacato della Uil».
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