Walter Tosto, 60 anni da imprenditore: vorrei ripartire da capo
Da giovane fabbro a presidente di un gruppo di riferimento in Italia e all’estero. Un libro racconta l’avventura di un pescarese di successo
PESCARA. Un carattere tenace e deciso. Uno spirito irrequieto e ribelle. L’animo di un guerriero, capace di affrontare sfide e batoste a viso aperto, anche quando alle gioie dei successi aziendali si sommano i dolori per l’improvviso crollo del fatturato a seguito della brutta storia dei serbatoi del gas (ancora in divenire nelle aule dei tribunali). È il profilo dirompente e fuori dalle righe di Walter Tosto, contenuto fra le pagine del libro “Ricomincio da 60. In viaggio tra reattori, nucleare e serbatoi della discordia”.
L’imprenditore pescarese che ha compiuto 81 anni il 7 agosto scorso, titolare del Gruppo Tosto, un’eccellenza tecnologica che conta sette stabilimenti nel Chietino, uno a Mantova, un workshop all’interno del porto di Ortona, una struttura a Bucarest e un’altra sempre in Romania, racconta in prima persona l’avventura imprenditoriale che gli ha consentito in pochi anni di diventare, da giovane fabbro di provincia, presidente di un’importante realtà riconosciuta in tutto il mondo per la capacità di realizzare apparecchi in pressione di altissima qualità.
I dettagli del percorso imprenditoriale, cominciato nel 1960 con la fondazione della Walter Tosto Serbatoi, oggi Walter Tosto Spa, si sommano ad alcune immagini di vita lavorativa nei primi uffici e nelle officine di Pescara Colli negli anni 60, sul cantiere di Cerignola e nelle fiere di settore degli anni 70 e 80. Ma, soprattutto, si aggiungono ai lucidi affreschi sulla famiglia e sui rapporti con l’amata moglie Maria Luisa e con i suoi quattro figli Catia, Monica, Luca ed Emanuela i quali lo definiscono «un borbottone quanto basta, ma anche un bastian contrario che deve sempre dire la sua, che in ogni cosa non si è mai lasciato abbattere dalle contrarietà».
A loro, come si legge in chiusura del libro, chiede a mezza bocca «scusa per aver rubato una parte della mia presenza, non certo per indifferenza o superficialità, ma soltanto per il rigore, il rispetto e la serietà verso quanto stavo facendo».
Il libro, come rileva nella prefazione Paolo Agnelli (presidente del gruppo Industria Alluminio Agnelli e di Confimi industria) consente «grazie a una scrittura asciutta e al contempo evocativa» e a «uno stile ruvido e diretto» di percorrere i passi di una storia industriale tutta italiana. «Un lungo spaccato di cronaca», scrive Agnelli, «direi in presa diretta, di una vita fatta di lavoro e di affetti. Dell’energia di un uomo che nella vita si è buttato con entusiasmo, determinazione e con un po’ di sana incoscienza».
La storia comincia dagli aneddoti sull’infanzia e sull’adolescenza, che si incasellano nella bella avventura dei primi anni di lavoro, come artista della lavorazione del ferro, fino all’incontro con l’amore della sua vita, in un bar di Pescara a Madonna del Fuoco: lui 25 anni e lei 18, si sposano nel 1966 nella chiesa del Sacro Cuore a Pescara. Poi, con il passaggio dalla carpenteria alla produzione dei serbatoi, la Walter Tosto imbocca la strada giusta e iniziano i progressi imprenditoriali con l’acquisto del capannone di duemila metri quadri coperti in via Erasmo Piaggio, a Chieti Scalo, dove avrebbe costruito il primo serbatoio per Gpl, proseguendo con l’allargamento degli affari nella struttura di Ortona grazie a un’intuizione del figlio Luca. Oggi, a 81 anni, i suoi collaboratori lo descrivono già su piazza alle 7 del mattino, dopo essersi svegliato intorno alle 4, mentre si muove fra i suoi stabilimenti al volante della sua Bentley, chiamando i suoi dipendenti per nome in quanto considerati parte della sua grande famiglia.
«E’ bello poter dire», scrive Walter Tosto, «che le soddisfazioni sono state certamente più delle sconfitte e dei rimpianti; che le vittorie hanno di gran lunga superato le bastonate; che le arrabbiature sono servite a scrollarmi di dosso le cattiveria; che, non sentendomi ancora tanto vecchio da essere rottamato, mi piacerebbe ricominciare tutto da capo».