Salari uomo-donna, Ue propone sanzioni per chi discrimina

5 Marzo 2021

BRUXELLES - La Commissione europea ha presentato oggi una proposta di direttiva sulla trasparenza salariale per garantire che donne e uomini nell'Ue ricevano la stessa retribuzione per uno stesso lavoro. La direttiva introduce misure che aumentano la trasparenza, e altre che rafforzano i diritti di chi subisce discriminazione. E prevede sanzioni per i datori di lavoro che discriminano. In base alla proposta della Commissione, i datori di lavoro dovranno fornire informazioni sul livello - o l'intervallo - retributivo iniziale nell'annuncio del posto vacante o prima del colloquio di lavoro. I datori di lavoro non saranno autorizzati a chiedere ai potenziali lavoratori informazioni sulle retribuzioni precedentemente percepite. I lavoratori già dipendenti avranno invece il diritto di chiedere informazioni al proprio datore sul loro livello di retribuzione individuale e sui livelli salariali medi, ripartiti per sesso, per le categorie che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore. Inoltre, i datori di lavoro con almeno 250 dipendenti dovranno rendere pubbliche all'interno delle loro organizzazioni informazioni sul divario retributivo tra lavoratrici e lavoratori. Se la relazione sulle retribuzioni rivela un divario retributivo di genere di almeno il 5%, e se il datore di lavoro non è in grado di giustificare tale divario in base a fattori oggettivi neutri dal punto di vista del genere, i datori di lavoro dovranno effettuare una valutazione delle retribuzioni, in collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori.  In base alla proposta della Commissione, i lavoratori che hanno subito discriminazioni retributive di genere potranno ottenere un risarcimento, compreso il recupero integrale della retribuzione arretrata e dei relativi premi. E spetterà automaticamente al datore di lavoro, e non al lavoratore, provare che non vi è stata discriminazione in materia di retribuzione. Infine, Bruxelles vuole che gli Stati membri introducano sanzioni specifiche per le violazioni della norma sulla parità retributiva, compreso un livello minimo di ammende.