Altair D'Arcangelo, imprenditore e patron teatino Doc

CALCIO / SERIE D

E' fatta, Chieti è della Wip Finance: ecco il progetto di rilancio

Operazione perfezionata dal presidente Gianni Di Labio su procura della società svizzera di gestione patrimoniale con l’85% delle quote. Ettore Serra rimane. E  l'imprenditore Altair D'Arcangelo parla di obiettivi e programma

CHIETI. Il Chieti è della Wip Finance Sa. L’atto di cessione delle quote societarie è stato sottoscritto nello studio del notaio Cassano a Padova. L’operazione è stata perfezionata dal presidente Gianni Di Labio su procura di Wip Finance Sa, società svizzera di gestione patrimoniale che detiene l’85% delle quote. Ettore Serra resta con il 15%.

Una svolta epocale per il Chieti che può contare su una proprietà solida, con pochi precedenti in 102 anni di storia, e guarda al futuro con obiettivi ambiziosi. L’uomo che fa sognare la città è il teatino Altair D’Arcangelo che in una lunga lettera spiega il progetto di rilancio del calcio neroverde. Lo fa con una premessa: “Non chiamatemi eroe. Idealizzare qualcuno può distorcere il senso della realtà e togliere spazio a ciò che conta davvero: il progetto comune, il sogno condiviso e la volontà di riportare in alto il Chieti”.

Ettore Serra e Gianni Di Labio alla firma del passaggio della società

LA LETTERA DI ALTAIR. “Innanzitutto, ci tengo a dire che nulla può essere più distante dalla mia indole che l’essere mitizzato o idolatrato. Non sono e non sarò mai un eroe. Se c’è una cosa che ho imparato dalla mia esperienza in curva, tra le voci che si alzano all’unisono e le lotte vissute in prima linea, è che il vero valore non sta mai in una sola persona, ma nel collettivo. Non sono io a fare la differenza; è il gruppo, la squadra, la passione che lega tutti noi a questi colori. Quello che mi preoccupa maggiormente è che idealizzare qualcuno può distorcere il senso della realtà e togliere spazio a ciò che conta davvero: il progetto comune, il sogno condiviso e la volontà di riportare in alto il Chieti. Molti si stanno chiedendo come mai, in così poco tempo, sembri che ogni giorno ci sia una nuova iniziativa, un investimento, un annuncio e un fermento continuo che sembra quasi voler dimostrare qualcosa. Ma dietro tutto questo, credetemi, non c’è la volontà di stupire o di fare apparire noi stessi come infallibili. Al contrario, stiamo solo cercando di recuperare un tempo perso che pesa come un macigno. Il Chieti ha vissuto anni difficili, e i vuoti che stiamo cercando di colmare non sono nati con la nostra gestione, ma si sono accumulati nel tempo, diventando voragini. Sento, però, il bisogno di ribadire un concetto chiave: non facciamo tutto questo per ricevere lodi o per vedere il nostro nome sui giornali. Non si tratta di protagonismo, bensì di responsabilità. Quando VIRGO ha deciso di scendere in campo, lo ha fatto con la consapevolezza di dover affrontare una montagna di problemi irrisolti, ma senza mai tirarsi indietro.

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Siamo intervenuti perché sapevamo che c’era la necessità di agire, e in fretta. Le lacune organizzative, le mancanze infrastrutturali e le incertezze gestionali non potevano più essere ignorate. Ogni giorno che passa è un giorno perso se non si agisce con determinazione, e questo spiega perché sembriamo muoverci senza sosta: perché il tempo è il nostro più grande nemico, e dobbiamo recuperare il terreno che è stato perso per colpa di scelte sbagliate fatte molto prima del nostro arrivo. È giusto, però, fare chiarezza sul mio ruolo e sulla struttura proprietaria del Chieti: io non sono il proprietario della società. Il Chieti Calcio appartiene agli investitori di WIP Finance, che sono i veri proprietari e coloro a cui devo rendere conto. Il mio compito è quello di portare valore a chi mi ha dato fiducia e mandato, e lo faccio nella veste di Business Developer. Questo ruolo non è né quello di un dirigente sportivo né quello di un semplice rappresentante. Un Business Developer identifica opportunità di crescita, sviluppa strategie per espandere l’influenza di un progetto e costruisce relazioni che possano portare benefici a lungo termine per tutti gli stakeholder coinvolti. Ogni mia scelta deve essere motivata dal dovere di garantire un ritorno su questo investimento. Tuttavia, il ritorno atteso dagli investitori non è strettamente economico, almeno non nell’immediato. Si tratta, piuttosto, di un ritorno in termini di immagine. Questo spiega perché alcune decisioni possono apparire, a prima vista, disorientanti: la rimozione degli sponsor dalla maglia, l’introduzione della fascia arcobaleno, la creazione di nuove partnership che sembrano più orientate alla percezione del brand che a un vantaggio economico diretto. Tutto questo ha una logica chiara e si inserisce in un percorso ben definito, che mira a costruire un’immagine solida e rispettabile per il Chieti, perché è su questo che oggi si gioca la vera partita. A questo proposito, sono felice di annunciare che il presidente Gianni Di Labio incontrerà presto l’amministrazione comunale e tutte le scuole cittadine.

Questo è un passo importante verso il coinvolgimento delle nuove generazioni, perché è con loro che si costruisce il futuro di una squadra e di una città. Il vero obiettivo degli investitori è avere uno stadio gremito di ragazze e ragazzi, far tornare le famiglie e i giovani a vivere il Chieti in prima persona. Ma non ci fermeremo qui: vogliamo uno stadio che sia al passo con i tempi, che possa rappresentare il simbolo di una rinascita e di un nuovo inizio per questa realtà. Strategica è anche la partnership con l’Università G. D’Annunzio. Si tratta di una collaborazione che non si limita a rimanere sulla carta, ma che sta già portando alla creazione di progetti concreti con realtà internazionali.

Attraverso il VIRGO Lab, il Chieti Calcio e l’Università, stiamo lavorando insieme per sviluppare nuove iniziative che andranno a beneficio non solo della squadra, ma dell’intera comunità, posizionandoci come un punto di riferimento sia a livello locale che globale. La nostra visione non si ferma all’oggi, ma guarda lontano. Questo percorso non è solo legato alla crescita della squadra, ma alla costruzione di un nuovo ambiente, dove il calcio sia un’occasione di aggregazione e partecipazione per tutta la città. Un ambiente che un giorno, chissà, può anche avere un impianto nuovo e all’altezza delle ambizioni che tutti noi condividiamo. Mi rendo conto che, da fuori, può sembrare che siamo sempre in movimento, come se fossimo inarrestabili.

Ma è proprio perché abbiamo un mandato chiaro: colmare le lacune, risolvere i problemi e dare un senso a una situazione che, altrimenti, continuerebbe a rimanere stagnante. Non facciamo miracoli, non indossiamo mantelli, ma con il nostro lavoro cerchiamo di ridare vita a un progetto che per troppo tempo è stato trascurato. E tutto questo lo facciamo non solo per il bene della squadra, ma per il rispetto che dobbiamo a chi ci ha affidato questa responsabilità. Quindi, se vedete che ogni giorno succede qualcosa di nuovo, non pensate che dietro ci sia il desiderio di dimostrare qualcosa a qualcuno. Lo facciamo perché sappiamo che ogni azione conta e che non possiamo permetterci di lasciare nulla al caso. Siamo in corsa contro il tempo, e il nostro obiettivo non è brillare, ma costruire. E lo faremo finché non saremo sicuri di aver restituito a questi colori ciò che meritano”.